I pericoli nascosti nel telefonino "Cari ragazzi, difendetevi così"

Dal cyberbullismo agli effetti collaterali dell’abuso di internet: esperti e carabinieri alle elementari e medie

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di Cristina Bertolini

Smartphone nelle mani di bambini sempre più piccoli che non ne comprendono a pieno potenzialità e rischi. Per questo lo staff di insegnanti e dirigenza dell’istituto comprensivo Ada Negri di Cavenago e Caponago hanno organizzato il progetto “Smartphone sì e smartphone no“, un percorso di quindici incontri, con tecnici volontari di Hpe per i ragazzi di 5^ della scuola primaria e tutte le classi della scuola media (per un totale di un migliaio di alunni). I volontari hanno spiegato cosa si intende per atti di cyberbullismo (azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima, effettuati in rete anche attraverso la chat degli amici e di classe) e come riconoscerlo (aumento di nervosismo, ansia e preoccupazioni; rifiuto ad andare a scuola, calo del rendimento, alterazioni del sonno, dell’alimentazione, perdita di interesse per attivitàhobby), esortando bambini e ragazzi a chiedere aiuto a genitori e insegnanti.

"Al termine degli incontri – spiega la maestra Emanuela Tavormina che si occupa del progetto insieme a 5 colleghi – i ragazzi saranno chiamati a elaborare scritti, disegni e prodotti multimediali che i più grandi delle medie presenteranno ai compagni delle quinte elementari e questi ultimi invece si rivolgeranno ai piccolissimi di 2^ e 3^ elementare, per una sensibilizzazione a cascata. Il materiale resterà sul sito della scuola". I più grandi delle medie hanno incontrato anche il comandante dei carabinieri di Vimercate, il maggiore Mario Amengoni che ha spiegato loro le responsabilità e quindi i risvolti giudiziari del cyberbullismo, a partire dai 14 anni. Episodi banali possono nascondere truffe e adescamenti, oppure video che girano nelle chat della classe possono ferire irreparabilmente chi ne è vittima o peggio finire sul web, con ricadute devastanti. L’azione educativa verrà estesa anche ai genitori, come sottolinea la dirigente Giovanna Bonfà (già insegnante di diritto ed economia all’istituto Einstein di Vimercate): "La scuola non può nulla senza il supporto delle famiglie. I genitori devono vigilare sull’attività in rete dei ragazzi, fidarsi di loro non basta, bisogna controllare quanto stanno in rete e con chi".

La professoressa racconta di tutte le volte che ha sorpreso i suoi studenti dormire sul banco, dopo una notte di chat e gioco online con persone di tutti i continenti e svariati fusi orari. I ragazzi raccontano di affaticamento e insonnia. "I genitori devono fare i genitori – raccomanda la preside – anche se questo può pregiudicare il rapporto di amicizia con i figli adolescenti e anche più piccoli".