"I morti sul lavoro priorità da affrontare"

L’intervento dei sindacati: "La sicurezza deve essere una priorità. Servirebbero tavoli permanenti sull’esempio di quelli per l’emergenza Covid"

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di Barbara Calderola

"Si aggiunge un’altra ‘X’ all’elenco dei morti sul lavoro. Da tempo chiediamo a imprenditori e politica di sedersi attorno a un tavolo per affrontare il problema insieme". Il giorno dopo l’incidente nel cantiere di via Umberto I ad Arcore finito in tragedia, un muratore di 57 anni ha perso la vita folgorato, i sindacati chiedono a gran forza di mettere il problema in cima all’agenda.

"Denunciamo la situazione da tanto – dice Roberto Scotti, segretario generale della Filca-Cisl Monza Brianza Lecco – serve un intervento coordinato, strutturale sulle cause degli infortuni in cantiere, tanti, troppi".

La sicurezza "è prima di tutto un problema culturale legato al senso del lavoro spesso ridotto a strumento per realizzare il profitto e non espressione delle capacità umane".

Una realtà ancor più radicata "nel mondo dell’edilizia, dove irregolarità e nero prosperano – aggiunge il sindacalista –. Ecco perché servirebbero tavoli permanenti, come quelli sui quali si è affrontata l’emergenza Covid, che intervengano nei settori più critici, mettendo in sinergia controlli, sanzioni e formazione, valorizzando e offrendo spazio alle esperienze già consolidate come i Comitati tecnico-paritetici e i Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza territoriale".

L’appello rompe il lutto per l’ennesima vita persa, sul corpo del manovale verrà eseguita l’autopsia per capire cosa sia successo esattamente. In un primo momento infatti si era pensato che il 57enne avesse avuto un infarto, invece i colleghi, testimoni oculari, hanno raccontato agli inquirenti che il compagno sarebbe stato vittima di una forte scossa elettrica.

La polizia locale sta ricostruendo l’accaduto, il ponteggio dove il ferito si è accasciato è sotto sequestro. I tentativi di rianimazione si sono rivelati inutili, quando il muratore è arrivato all’ospedale di Vimercate non c’era più niente da fare.