I 60 anni di Rosy, down più longeva della Brianza

La sorella e avvocata di Monza. Antonella Crippa ricorda. tutte le fatiche compiute. per combattere i pregiudizi

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Il prossimo 20 aprile Rosy spegnerà la 60esima candelina. Nulla di straordinario se non per il fatto che al momento della sua nascita i medici avevano detto alla mamma che quella bambina "era nata male e al massimo avrebbe raggiunto i 20 anni". Ma Rosy Crippa ha superato le più rosee aspettative e adesso si appresta a festeggiare l’importante traguardo con una torta assieme agli amici del centro diurno. "Rosy è una delle persone con la sindrome di down più longeve della Brianza – racconta la sorella Antonella Crippa, avvocata al Foro di Monza -. Tante cose sono cambiate da quando Rosy è nata all’ospedale San Gerardo". C’è commozione nel racconto di Antonella.

"Quando Rosy è nata per i miei genitori sono iniziati anni difficili e di umiliazioni. Rosy non è mai stata ‘nascosta’: loro per la figlia hanno cercato l’asilo, le scuole, gli istituti migliori dove farla seguire. Hanno trovato tante porte chiuse: all’epoca per i bimbi come Rosy c’era solo il manicomio, oppure dovevano rimanere a casa". Ma per i coniugi Crippa Rosy era una bimba come le altre. "Ma non era così per la gente. La fissavano, la additavano, la etichettavano come una punizione di Dio. Ma mamma e papà non si sono mai arresi e grazie alle loro cure oggi Rosy taglia il traguardo dei 60 anni, sempre circondata da amore e cure". Un sorriso disarmante e contagioso quello della monzese che, anche se all’anagrafe tra pochi giorni spegnerà la 60esima candelina, ha il corpo di una ultra novantenne. "Adesso si fanno sentire gli acciacchi. Ma lei sorride ed è sempre felice. Sono stati fatti tanti passi nell’integrazione delle persone down, ma c’è ancora tanta strada da fare".

Barbara Apicella