
Il Comune di Monza ha un progetto per il trasferimento degli archivi in una nuova sede da realizzare alla periferia della città
Il Tar annulla la variante urbanistica al Pgt con cui il Comune voleva sfrattare dopo 12 anni la Cem srl - Centro Ecologico Monza da viale delle Industrie e il progetto per realizzare in quell’area un hub per gli archivi. La guerra di carte bollate con la società che nel 2012 ha ottenuto in affitto l’area agricola da adibire a impianto di autodemolizioni e deposito di rifiuti speciali non pericolosi, va avanti da quando il Comune ha inviato alla Cem nel 2020 la disdetta del contratto di locazione.
Ricorsi amministrativi e cause civili al Tribunale di Monza per un contenzioso che ora si arricchisce di una nuova clamorosa pronuncia dei giudici della quarta sezione del Tar lombardo, che ha avallato le richieste degli avvocati di Cem, Francesco Basile, Paolo Gattini e Silvio De Stefano. Sotto la lente l’adozione (e successiva approvazione) nel 2022 della variante parziale che modifica il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi del vigente Pgt in merito all’area in questione. La variante è stata ritenuta "illegittima" perchè il Comune ha utilizzato una "procedura semplificata che non è applicabile in Lombardia". Una violazione ritenuta dai giudici "non un rilievo puramente formale, ma che va a disattendere l’esplicita scelta del legislatore regionale di assoggettare l’iter per apportare una variante agli strumenti urbanistici alla procedura ordinaria" che prevede "una conferenza di servizi, un accordo di programma, una intesa ovvero un altro atto, anche di natura territoriale, che in base alla legislazione vigente comporti la variante al piano urbanistico". Il Comune ha ribattuto sostenendo che l’intervento progettato "verrebbe realizzato su un’area già di proprietà dell’Ente e pertanto risulterebbe sostanzialmente ininfluente la violazione, visto anche l’avvenuto rispetto della competenza del Consiglio comunale, sia nella fase di approvazione del progetto definitivo dell’opera pubblica in variante che in sede di adozione della variante necessaria". Ma il Tar ha ricordato come "l’attività pubblica è retta dal principio di legalità che impone il rispetto anche delle procedure imposte dalla legge". Ora al Comune, oltre ad un ricorso al Consiglio di Stato, non resta che rifare tutto.