Henkel, dopo la fabbrica rischia anche il magazzino

Oltre allo stabilimento di Lomazzo, la multinazionale ha ventilato in Regione l’ipotesi di chiudere la mega struttura di Lazzate dove lavorano 30 persone

Migration

di Gabriele Bassani

Con la chiusura dello stabilimento Henkel di Lomazzo è fortemente a rischio anche il maxi magazzino di Lazzate di recentissima costruzione, dove lavora un’altra trentina di persone, per gestire la logistica quasi esclusivamente per la fabbrica che realizza detergenti per bucato, casa e stoviglie.

La notizia è trapelata giovedì mattina, in maniera ancora ufficiosa, durante l’incontro coi vertici Henkel Italia in Regione Lombardia per affrontare il caso dello stabilimento di Lomazzo dove lavorano 81 dipendenti diretti a cui si aggiunge un indotto di altre 7080 persone tra mensa, servizi, trasporti. L’azienda ha deciso di chiudere a giugno, lasciando un unico polo produttivo nel Lazio e non ha mostrato alcuna intenzione di ripensarci. Anzi, durante l’incontro, è stata annunciata la possibilità che anche il magazzino di Lazzate venga ridimensionato o addirittura chiuso, in quanto a servizio quasi esclusivo dei prodotti di Lomazzo, distante pochi chilometri. "Una notizia inaspettata, che se confermata sarebbe assurda, anche a livello strategico-aziendale, dato che la struttura lazzatese è stata costruita appena pochi anni fa", dice Andrea Monti, consigliere regionale, vicepresidente del gruppo Lega e assessore comunale a Lazzate.

Il maxi capannone fu realizzato da Ceva Logistics, colosso internazionale della logistica in tempi record, a ridosso dei cantieri per Pedemontana. Fu inaugurato a fine gennaio 2017 quando partirono anche le assunzioni di un totale di 32 dipendenti.

"Sono in contatto con l’assessorato regionale al lavoro per capire come affrontare questo grave problema che desta enorme preoccupazione sia per i livelli occupazionali sia per il fatto che una struttura nuova rischia ora di essere abbandonata per le esigenze di una multinazionale che finché le ha fatto comodo ha sfruttato il territorio e ora sembra volerlo abbandonare", aggiunge Monti. La maxi struttura suscitò qualche polemica in fase di realizzazione proprio per le sue dimensioni fortemente impattanti e adesso, ad appena 4 anni dall’apertura, si parla già del rischio di una chiusura. La mobilitazione per scongiurare la chiusura dell’impianto Henkel di Lomazzo prosegue anche a livello nazionale: proprio ieri il sottosegretario al ministero dell’Interno, Nicola Molteni e il presidente della Bicamerale Schengen, Eugenio Zoffili, hanno incontrato l’ambasciatore di Germania, Viktor Elbling, al quale hanno trasmesso le preoccupazioni per gli effetti locali della decisione della multinazionale tedesca, sperando nella possibilità di instaurare un dialogo che porti a rivedere le decisioni.