Monza, minacce alla guida napoletana

Da un anno lavorava con successo. Poi le telefonate: "Tornatene al Sud". E Stefania si arrende: devo chiudere

Stefania Castiglione durante una visita guidata

Stefania Castiglione durante una visita guidata

Monza, 20 settembre 2018 - Può una guida turistica di Monza non essere originaria di questa città? Può fare questo lavoro anche se nel suo petto batte un cuore napoletano? La questione potrebbe sembrare grottesca, eppure da qualche giorno a Monza non si parla d’altro.

Almeno dopo che sabato scorso Stefania Castiglione ha annunciato, quasi fra le lacrime, che è costretta a sospendere la propria attività di guida turistica che da un anno svolgeva nella città di Teodolinda. Secondo quanto ammette lei stessa, negli ultimi tempi avrebbe ricevuto minacce, telefonate di insulti, intimidazioni. Che l’hanno costretta a chiudere la propria attività. E la cosa incredibile è che a motivare tutto questa carica di risentimento e rabbia nei suoi confronti sarebbero (anche) le sue origini: Stefania Castiglione è nata e si è formata a Napoli. «Non posso parlare – spiega al telefono –: sono troppo piccola per battermi contro dei colossi». Poi però trapela almeno in parte quanto sarebbe accaduto. Tutto inizia tre anni fa, quando la Castiglione si trasferisce a Monza. Guida turistica autorizzata, fino a poco tempo prima accompagnava i turisti in siti di grande fascino come Ercolano, Pompei, la stessa Napoli.

Una volta nel cuore della Brianza, la Castiglione decide di riprovarci col suo vecchio lavoro. C’è una nuova terra e una nuova città da scoprire. Studia, legge, impara, si fa conoscere. E un anno fa fonda il gruppo “SvelArte”. La sua attività come guida turistica a Monza parte in sordina, ma miete piano piano successi. La sua pagina Facebook ha quasi 1.500 iscritti. Le sue visite in angoli spesso semisconosciuti della città raccolgono grande apprezzamento. Prudentemente, non si occupa di posti grandi e già inseriti nei circuiti ufficiali come il Museo del Duomo o la Villa Reale. Riscopre però angoli dimenticati, o luoghi negletti come la Cappella Espiatoria, in cui fino a pochi anni fa poche guide turistiche osavano avventurarsi (circola anche la leggenda che sul monumento fatto erigere a perenne memoria dell’assassinio a Monza di re Umberto I gravi una sorta di maledizione). Il successo però non porta bene. E cominciano le telefonate, le porte sbattute in faccia: «Sono stata all’improvviso estromessa anche da alcuni siti». E poi ancora dispetti, sgambetti. «Mi sono ritrovata senza più la possibilità di lavorare.

Fino appunto alle minacce». La Castiglione decide di mollare. E sabato scorso, per il primo compleanno della sua associazione, raduna alla Canonica del Duomo di Monza un centinaio di persone. A cui annuncia a sorpresa la propria intenzione di smettere. «Volevo addirittura trasferirmi in un’altra città...». Gelosie e razzismo. Per ragioni anche politiche? La Castiglione alle ultime elezioni era in lista col sindaco di centrosinistra uscente, Roberto Scanagatti, del Pd. «Mi sento di escludere ritorsioni, anzi, sia il nuovo sindaco Dario Allevi che il suo assessore alla Cultura mi hanno espresso solidarietà». Ma il lavoro non c’è più?