Green pass al lavoro, Brianza diligente

I sindacati dopo il debutto dell’obbligo per gli over 50: nelle 64mila aziende pochissimi casi di inadempienza

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di Barbara Calderola

Assenze ingiustificate per mancanza di super Green pass: nessuna paralisi per le 64mila aziende della provincia, solo una manciata di over 50 non è andato in fabbrica o in ufficio in questi giorni perché sprovvisto di patente vaccinale.

"Casi sporadici – spiega Giulio Fossati, segretario della Cgil territoriale –. Non c’è una tendenza che ci faccia pensare a un problema generalizzato. Sono pochi i dipendenti che si rivolgono a noi per questioni legate alla carta verde. Quando capita, cerchiamo di informarli sulla legge e offriamo chiarimenti per dissipare i dubbi". Segnalato piuttosto "un rischio di violazione della privacy del personale under 50 – aggiunge il segretario –. La Cgil è da sempre per vaccini obbligatori, ma allo stesso tempo informiamo e tuteliamo il lavoratore sui suoi diritti". Condivide la Cisl che conferma il quadro: "Operai e impiegati privi di Green pass rafforzato si contano sulle dita di una mano, si è trattato di situazioni così limitate che sono state gestite direttamente dalle imprese – chiarisce il segretario brianzolo Roberto Frigerio –. Prima di questo giro di vite dove siamo riusciti per i no vax, pochissimi per fortuna, c’è stato il ricorso allo smart working, poi si sono ammalati e hanno ottenuto ugualmente la certificazione. Tutto questo ci ha permesso di vedere un minimo di ripresa per tendere ai livelli pre Covid". Ma sul futuro rimangono nuvole nere. "Il sistema è bloccato dal permanere dell’incertezza legata proprio all’epidemia, il timore di nuove varianti c’è e ha i suoi effetti. Gli ammortizzatori sociali sono stati un salvagente, ma migliaia di famiglie hanno dovuto fare i conti con redditi ridotti e sono cambiate le abitudini. La contrazione dei consumi è il segnale di questa situazione. Penso al turismo, a quante agenzie di viaggio hanno chiuso e quelle che si sono salvate grazie ai ristori dello Stato, altrimenti sarebbe stato un disastro con conseguenze sull’occupazione". Parla di "poche situazioni" pure la Uilm, ma il segretario Francesco Caruso contesta "la validità dell’obbligo solo per ultracinquantenni. Mi chiedo – afferma – se il governo abbia pensato a quali conseguenze questa scelta avrà per i lavoratori. Non possiamo rimanere indifferenti davanti al rischio concreto che una fetta resti senza stipendio fino al 15 giugno. Hanno famiglia, figli e mutui da pagare. Vorrei che la politica mettesse lo stesso slancio nella lotta alle morti bianche".