Granarolo, biometano dagli scarti del latte

C’è anche la Brianza nella mappa degli investimenti da 70milioni finanziati in parte da fondi del Pnrr

C’è anche lo stabilimento di Usmate nella nuova mappa verde di Granarolo contro il caro energia e la dipendenza dal gas russo: 10 impianti da costruire in 3 anni fra Lombardia, Emilia Romagna, Friuli e Puglia che producono biometano dagli scarti del latte e la Brianza è in pole position.

Un investimento da 70milioni in parte finanziato da fondi del Pnrr. Tre gli obiettivi di “Biometano in filiera“, questo il nome scelto per il programma, "autosufficienza energetica, riduzione dei costi di trasformazione dell’oro bianco e fertilizzanti rinnovabili".

Nasce tutto dalla partnership con la Confederazione dei bieticoltori (Cgbi) che riunisce più di 5.200 aziende agricole e zootecniche italiane.

Con l’aiuto dei soci il colosso dell’agroalimentare prevede di produrre 30 milioni di metri cubi l’anno di metano “green“, evitando l’emissione in atmosfera di 60mila tonnellate di anidride carbonica.

Al contempo punta a mettere sul mercato 500mila tonnellate l’anno di concime frutto dello stesso processo industriale di formazione del carburante. "Vogliamo diventare autosufficienti sul piano energetico – spiega Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo – eliminando CO2 dal territorio e ottimizzando la gestione agronomica dei terreni con risparmio di costi e una miglior qualità del prodotto". "L’accordo con Cgbi – aggiunge – ci permetterà di dare vita a un’esperienza virtuosa di economia circolare, realizzando energia per alimentare il processo produttivo sia in stalla sia in stabilimento e al contempo fertilizzante organico in un’epoca in cui l’attenzione alla sostenibilità diventa una priorità assoluta, mentre il concime in commercio ha raggiunto quotazioni pari all’87% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso". L’iniziativa, spiegano ancora i due gruppi, è destinata anche a tamponare il "momento di grande difficoltà in cui versa il mondo dell’allevamento con i prezzi alle stelle per energia, mangimi e gestione quotidiana".

Le rinnovabili "sono il presente su cui investire – chiarisce Calzolari – per risparmiare sulla bolletta di luce e gas assegnando un valore economico-ambientale ai sottoprodotti agricoli e agroindustriali".

In ogni nuovo impianto di biometano gli allevatori conferiranno liquami, mentre Granarolo destinerà scarti come siero e scotta in arrivo dalle fabbriche di Pasturago di Vernate, Usmate Velate e Ramuscello. La Confederazione dei bieticoltori provvederà al recupero di seminativi, colture di secondo raccolto attraverso i propri soci delle cooperative del Nord Italia.

Bar.Cal.