"Gran premio per vaccinati, si ragiona sui posti numerati delle tribune"

Giuseppe Redaelli, presidente di Sias: "Una valutazione economica, sociale e sportiva. Intanto il pubblico segue le gare su streaming"

Giuseppe Redaelli, presidente di Sias

Giuseppe Redaelli, presidente di Sias

Monza - Il primo weekend di gare della stagione con il Ferrari Challenge è arrivato al traguardo, ma "essere qui addetti ai lavori e basta, il paddock vuoto, le tribune deserte, è stato molto triste". Comunque per Giuseppe Redaelli, presidente di Sias – la società di Aci che gestisce l’autodromo di Monza - "l’importante è tenere acceso il motore". Cercando, in attesa di poter riaprire le porte al pubblico, di "abituare gli appassionati ad avere la possibilità di seguire le gare in streaming".

Presidente, il tema degli eventi in modalità ‘porte aperte’ sta condizionando la vostra strategia? Come state pianificando l’organizzazione? "Per il momento siamo nel campo delle ipotesi. Stiamo lavorando su alcune soluzione anche, e soprattutto, in ottica Gran premio di Formula Uno a settembre. Il passaporto sanitario ancora non sappiamo se e quando ci sarà. Vedremo il calcio cosa farà. Noi ci stiamo attrezzando. Se arriveremo al 60-70% delle vaccinazioni per settembre, si potrebbe anche immaginare un Gp per vaccinati. Se si può andare in villeggiatura perché non si può venire in autodromo?". C’è una capienza minima per rendere l’evento Formula Uno sostenibile? "Non c’è soltanto una valutazione economica, ma anche sociale e sportiva. Non aprire solo perché sarebbe antieconomico sarebbe uno schiaffo a sportivi e tifosi. E’ evidente che tanto più siamo sotto la full occupancy (tutto esaurito, ndr), tanto più perdiamo. Per il momento si ragiona sui posti numerati delle tribune: ne abbiamo circa 60mila. Ancora non sappiamo se potremo aprire per 12mila, 14mila o 60mila...". Se sul fronte pubblico siete in attesa dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria e della campagna di vaccinazione – che peraltro vi vede in prima linea con l’hub allestito nell’ex museo fino a maggio compreso -, per quanto riguarda i lavori in pista e in vista del centenario nel 2022 qual è la situazione? "Il tema impianto è più complesso rispetto all’apertura-chiusura delle tribune. Il 2020 è stato un anno disastroso, sono mancati totalmente gli incassi e oggi trovare i finanziamenti per fare un’operazione come quella che avevamo in mente è difficile (un piano di ammodernamento totale da circa 100 milioni di euro, ndr). Ma la notorietà e l’importanza dell’autodromo spero portino a qualche aiuto da parte del Governo. Altrimenti dovremo ridurci a fare lo stretto indispensabile per rappresentare il centenario: la prima cosa, ad esempio, sarà restituire alle vecchie rimesse un tono di storia. Si tratta di un recupero che permetterà poi di spostare lì la direzione del circuito e gli uffici operativi. Nella peggiore delle ipotesi potrebbe essere quello l’emblema del centenario, ma ci auguriamo che possa esserci qualcosa di più. Le idee sono tante, i progetti concretamente realizzabili dipendono dai soldi". Mentre gli interventi sulla pista? "Il rifacimento dell’asfalto si può portare all’anno prossimo e sarebbe auspicabile riuscire a realizzare contestualmente anche i nuovi sottopassi. Le prossime settimane saranno determinanti". Il presidente Aci ha detto che per una prima parte di cantieri in ottica centenario potrebbe bastare un’iniezione di 30 milioni. Se arrivasse domattina un aiuto statale sareste ancora in tempo? "Con 30 milioni riusciremmo a sistemare la pista e realizzare i due sottopassi principali – a Vedano e Biassono – creando due direttrici a doppio senso di marcia con la possibilità di separare mezzi e pedoni. Se avessimo disponibilità di risorse entro fine aprile, forse siamo ancora in tempo a fare qualcosa. A livello statale dovrebbero capire che l’autodromo di Monza non è una landa in Lombardia, ma è un patrimonio mondiale". A proposito del centenario dell’autodromo, oltre ai lavori strutturali su cosa state ragionando? "L’idea è di avere un francobollo celebrativo. O anche una moneta che se fosse un conio spendibile in Europa credo che centinaia di migliaia di appassionati farebbero la corsa per accaparrarsela". Non pensa che il Tempio della Velocità meriterebbe anche una nuova porta di accesso a Vedano? "Assolutamente sì. Abbiamo acquisito il parcheggio accanto all’attuale ingresso e da un anno è inutilizzato. Il fascino del ‘Paul Ricard’ in Francia è un modello da seguire. L’idea è di fare un ingresso iconico, magari utilizzando una parte di Sopraelevata". Ma il presidente Aci Angelo Sticchi Damiani vorrebbe renderle nuovamente funzionali... "Tornare ad avere Sopraelevate in grado di ospitare attività sportiva comporterebbe un intervento corposo. L’alternativa potrebbe essere appunto di prendere la curva di Vedano con il piazzale e realizzare lì il nuovo ingresso. Con una sorta di museo digitale sotto la curva, grandi schermi dove far correre la storia dell’autodromo, dei 50 anni della Formula Uno o, all’occorrenza, anche immagini legate a un evento commerciale in calendario". Visto che sognare non costa nulla, è immaginabile un ritorno delle moto? "Poco più di un anno fa si era ipotizzata una strada per omologazione nuovamente la pista, ma sarebbe stata troppo complicata. Il fascino è tanto, ma al momento i contro sono più dei pro". Tornando all’ex museo, temporaneamente è stato allestito come centro di vaccinazione, ma quale sarà il suo destino? "Come museo è piccolo, quei locali dovranno avere un’altra destinazione d’uso". Mentre il futuro di piscina e campeggio? "Alcune soluzioni del passato andrebbero ripensate. Abbiamo degli spazi che dovrebbero essere deputati ad altri sport e non soltanto all’automobilismo. La piscina, grazie anche ai 2 milioni della Regione, sarà presto risistemata. Penso che la soluzione ideale sarebbe una vasca coperta per farla vivere tutto l’anno, mentre la vicina area del campeggio andrebbe destinata appunto a ospitare altre attività sportive. L’area camping, invece, la sposterei altrove". Negli ultimi anni si è sempre parlato di un autodromo come contenitore di eventi: che fine ha fatto l’area concerti attrezzata sul pratone della Gerascia? "Nel momento in cui si capirà davvero che l’autodromo di Monza ha una valenza non soltanto sportiva, ma anche turistica, diventerà inderogabile la disponibilità di spazi dotati dei servizi essenziali che permettano di abbattere i costi di allestimento delle aree concerto". Turismo vuol dire anche accoglienza e ospitalità. In autodromo? "Credo che forse questo sia un tema più da Masterplan. Come autodromo lo vedremmo molto favorevolmente. Sicuramente ci sono dei luoghi bellissimi che varrebbe la pena valorizzare, ma non so se economicamente sarebbe un’attività abbastanza remunerativa. Certo è che una foresteria al Serraglio io la farei subito". Qual è la nuova immagine dell’autodromo? "Vorrei far diventare l’autodromo qualcosa di più di quello che è oggi. Un luogo dove trascorrere anche una giornata in famiglia. Chi partecipa all’evento motoristico deve trovare qualcosa di diverso. L’obiettivo è arrivare ad avere tribune con un’area svago dedicata, con un piccolo bar, un gruppo musicale che intrattiene nelle pause delle gare, uno spazio per i bimbi. La volontà di fare c’è. Dobbiamo avere i mezzi. Avendo ben chiara una cosa importante: i soldi investiti qui si riversano immediatamente sul territorio. E’ un volano dell’economia e un patrimonio che rimane a tutti".