Monza, il presidente Aci: "Il Gp? Serve un aiuto locale..."

Sticchi Damiani fiducioso sul rinnovo ma sibillino sui costi dei lavori

Gran Premio di Monza (Radelli)

Gran Premio di Monza (Radelli)

Monza, 26 maggio 2019 - «Con Chase Carey (il numero uno della F1, ndr) siamo d’accordo, sono assolutamente tranquillo e ottimista su questo, ma non basta. Il Gran premio d’Italia ci sarà nei prossimi 5 anni oltre il 2019, spero a Monza che resta al primo posto ma si devono verificare alcune condizioni». Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci, dal paddock di Montecarlo torna a mettere un punto interrogativo sul Tempio della velocità. Che, al di là della storia, del fascino e del romanticismo, non è un dogma. Perché se è vero che con Liberty Media (la proprietà americana del circus iridato) «siamo ai dettagli e siamo d’accordo» sul rinnovo del contratto in scadenza quest’anno, è altrettanto palese che «ci sono altri aspetti legati al territorio e alle infrastrutture che debbono esser rivisti». Riserve che lasciano al «90% le possibilità». Il presidente Aci si riferisce evidentemente ai 100 milioni di euro di investimenti di cui ha bisogno l’autodromo di Monza. Quelli urgenti valgono una sessantina di milioni e riguardano tribune, viabilità e servizi.

E Sticchi Damiani non ha mai fatto mistero di aspettarsi un impegno da parte di Monza, in particolare in merito al canone di concessione del circuito: ogni anno Sias (la società di Aci che gestisce l’impianto) versa nelle casse del Consorzio Parco e Villa Reale circa 2 milioni di euro. Un ritocco al ribasso? Quello presumibilmente si aspetterebbe Aci, a maggior ragione perché «gli investimenti sarebbero fatti per un bene di proprietà pubblica» e visto che già l’impegno economico per restare in Formula Uno imporrà al Club uno sforzo di circa 100 milioni per 5 anni. Ecco perché nulla è scontato, per Monza. Apriti cielo.

«Il presidente Aci sta volutamente cercando un braccio di ferro con il Comune pretendendo l’impossibile, ovvero il totale azzeramento del canone che Sias corrisponde in virtù di una gestione dell’impianto che dura 365 giorni all’anno – sbotta Andrea Monti, vice presidente della Commissione trasporti e infrastrutture di Regione Lombardia -. E' inaccettabile che si utilizzi la carta del possibile trasferimento del Gp da Monza ad altra sede. Quest’ipotesi semplicemente non esiste, perché Aci Italia riesce a firmare il contratto solo grazie alle risorse utilizzate in virtù di una precisa decisione del Governo e con i fondi garantiti da Regione Lombardia».

Dov'è finito il trionfalismo di una manciata di settimane fa all’annuncio di Sticchi Damiani sull’accordo trovato con Liberty Media e sulla firma «entro luglio»? Si riaccendono le tensioni. «Non tolleriamo ricatti da parte di Roma: la Formula Uno in Italia è a Monza», la legge di Monti. «Né il Governo né la Regione contemplano la possibilità di trasferire la F1 lontano da Monza – continua -. O il Gran premio si farà a Monza, oppure Aci Italia non sarà più nelle condizioni di onorare nessun contratto, non avendo le risorse necessarie». E quindi «rilancio la mia idea di costituire una Newco (una nuova società, ndr) tra Regione, Aci Italia, Ac Milano e Comune di Monza, per gestire l’impianto al posto di Sias. In questo modo il territorio sarebbe protagonista e non dovrebbe più rimanere sotto scacco o ricattato da nessuno».