Autrodromo di Monza: basta rincorrere l'emergenza

L'intervista al consigliere regionale Andrea Monti

Autodromo di Monza

Autodromo di Monza

Monza, 2 febbraio 2019 -  «Non possiamo sempre ragionare sull’emergenza di trovare i soldi per pagare il Gran Premio e sono d’accordo con il presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani quando dice che non è possibile continuare ad andare avanti con un evento che perde ogni anno una cifra tra gli 11 e i 12 milioni».

Andrea Monti, consigliere regionale della Lega, va oltre il suo hobby da pilota e la sua passione per il motorsport. Attinge al realismo e alla concretezza del Dna brianzolo per riconoscere che occorre, una volta per tutte, trovare una soluzione a lungo termine. Per questo «spero che l’aiuto di Regione Lombardia non si declini soltanto con i liquidi per contribuire al pagamento del Gp d’Italia ma anche con un investimento serio - auspica Monti -. Insomma, l’autodromo deve aumentare i ricavi». È un ritornello già sentito. È una vita che sul Tempio della velocità si rincorrono buone intenzioni e idee di rilancio, ma ad oggi nulla ancora s’è visto.

«C’è l'accordo di programma da 75 milioni di euro sul Parco e la Villa Reale, ma non si è fatto molto sull’utilizzo di quelle risorse per l’intero compendio che comprende anche il circuito. Credo che su questo si debbano concentrare le risorse di tutti gli enti interessati a non perdere la Formula Uno e al rilancio di un patrimonio nazionale».

Ma, al di là dei soldi da trovare per il Gp (24 milioni di dollari per quest’anno e i 122,5 milioni per un rinnovo 2020-2024), sul tavolo c’è anche un altro rinnovo. Quello della concessione per la gestione dell’autodromo. Fino al 2026 è assegnata a Sias (società al 75% di Aci e al 25% di Ac Milano) e prevede un canone annuo da dare al Consorzio Parco e Villa di quasi 2 milioni di euro. Sticchi Damiani vorrebbe allungare di molto la scadenza del 2026 e ridurre sensibilmente – se non azzerare – il canone. Anche se «credo sia molto complicato, anche perché oggi la normativa è molto stringente e prevede che la concessione venga affidata tramite una gara pubblica e non in maniera diretta come è stato fatto con Sias», mette le mani avanti Monti. La soluzione spetta al Comune di Monza. Non facile.

Ma perchè non rispolverare una strada prospettata prima del passaggio di Sias sotto la maggioranza di Aci? Ovvero passare a una gestione cosiddetta in house: assegnare al Consorzio o a una apposita società di scopo creata dal Comune la gestione dell’autodromo per evitare la gara pubblica. Una realtà partecipata dai Comuni di Monza e Milano, da Regione Lombardia, da Ac Milano e, soprattutto, da Aci Italia che, oggi, permetterebbe di superare l’imbarazzo verso un problema di difficile soluzione e consentirebbe di unire le forze per un vero rilancio del circuito.