Gli studenti scioperano contro degrado e disagi

All’Omnicomprensivo la mobilitazione di un centinaio di ragazzi dell’Einstein del Vanoni e del Banfi "per risolvere problemi contingenti e altri incancreniti"

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di Barbara Calderola

Classi al gelo, topi morti nei corridoi e in palestra, muri che crollano, regole anti-contagio disattese, aule fatiscenti: sciopero all’Omnicomprensivo. Ieri, la mobilitazione di un centinaio di ragazzi dell’Einstein, del Vanoni e del Banfi "per risolvere problemi contingenti e altri ormai incancreniti", spiega Alessandro Dimiceli dell’esecutivo regionale dell’Unione degli studenti davanti ai cancelli di via Adda. Due i binari su cui viaggiano le rivendicazioni, uno raccoglie le richieste per le presidenze, l’altro per la Provincia, proprietaria del plesso che ogni giorno ospita 4.400 adolescenti in arrivo da tutto il territorio. Alle direzioni si sollecita "la circolare che sospenda le lezioni quando la temperatura scende a 17 gradi. Negli ultimi giorni erano 13 eppure siamo stati obbligati a rimanere". Oppure, "a pranzare uno alla volta da soli nei corridoi dell’Einstein per difficoltà a garantire il distanziamento. Dopo una prima protesta è stato messo a punto uno schema a scacchiera che però non basta ancora".

L’altro filone punta su Monza, "la giunta provinciale è il vero interlocutore per le questioni annose che ci riguardano, ecco perché è necessario aprire un confronto stabile. Vogliamo un tavolo con l’assessore Giuliana Colombo". In cima alla lista dei desiderata "c’è la necessità del potenziamento dei pullman per ridurre il sovraffollamento di tutte le linee in arrivo al Centro, in gioco c’è la salute dell’intera comunità studentesca". "Ci chiedono di evitare qualunque sorta di socialità per non alzare la curva dei contagi - spiegano i ragazzi - e quando usiamo i mezzi di trasporto siamo obbligati ad ammassarci senza alcun limite? È pura ipocrisia, in due anni non ci sono stati reali investimenti sulle nostre linee, la retorica dell’emergenza non può giustificare l’immobilismo delle istituzioni su questo fronte. L’assessore Francesco Giordano deve ascoltarci".

Per quanto riguarda il restyling invece l’Unione chiede "la sostituzione degli infissi danneggiati, la sistemazione dei muri per garantire sicurezza". Non solo. "Occorrono investimenti strutturali per arrivare a ottenere i certificati antincendio e antisismico di cui dopo più di 40 anni di servizio il plesso è ancora sprovvisto". Lo sciopero è il secondo in poche settimane dal ritorno in presenza. L’altro, il 19 novembre, organizzato a livello nazionale, ha visto un presidio anche in città. "Il pressing non si fermerà - avvisano i rappresentanti d’istituto - finché non avremo messo fine al degrado che siamo costretti a sopportare ogni giorno".