Gli sfollati di via Dante fanno i conti con l’esperto

Giovedì il perito del Comune comunicherà il valore dell’immobile poi sarà possibile iniziare una trattativa con le 12 famiglie rimaste senza casa

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di Barbara Calderola

Quattro anni, 1.568 giorni, senza casa, il dramma degli sfollati di via Dante 52 sbarca di nuovo in aula, a Bernareggio. Un’interrogazione urgente dell’opposizione alla vigilia della nuova udienza del processo fissata il 19 ottobre, riaccende i riflettori sulle sorti delle 12 famiglie che il 14 giugno 2016 rimasero senza un tetto sopra la testa, dopo che la loro palazzina sprofondò nel cratere di cinque metri per quattro che squarciò la strada davanti al cancello.

"Tutta colpa di uno sversamento di acqua nella fognatura dal devastante effetto carsico", ha appurato il perito del tribunale mettendo fine all’opzione "occhio pollino" sulla quale, inizialmente, si era indirizzata anche l’amministrazione. Un Consiglio straordinario nel luglio 2019 alla presenza di BrianzAcque, gestore della rete, "si concluse con un’ammissione di colpa da parte della società: le tubature che causarono l’alluvione erano state dimenticare - ricorda Emanuela Baio, capogruppo di minoranza (Vita Nuova)–. Sono passati 14 mesi, ma il Comune non ha ancora mosso un dito. Eppure una quantificazione del danno c’è, come l’invito del giudice a trovare un accordo".

Gli inquilini delle Vele, lo sfortunato condominio imploso miracolosamente senza vittime, hanno sborsato 10mila euro per presentare una perizia con tutti i crismi: per ricostruire tutto e tornare a viverci servono 3 milioni 200mila euro. "Ma le assicurazioni (del Comune e di BrianzAcque) non vogliono pagare", dicono Marco Ferrari e Alessandro Sala, due ex residenti. Mentre fanno i salti mortali per rimanere a galla fra vecchi mutui da pagare e affitti di appartamenti di fortuna – oltre al danno la beffa - valutano "la possibilità di denunciare l’amministrazione e il gestore per disastro colposo".

Il sindaco Andrea Esposito aveva convocato un tavolo con le compagnie, "ma la nostra non si è presentata e e l’abbiamo segnalata al Garante che ha aperto un’infrazione". La novità è che giovedì si saprà secondo l’esperto incaricato dalla giunta e dalla società a quanto ammonta la cifra di partenza per cominciare la trattativa: il perito dirà quanto valeva l’immobile al momento del fatto. "I margini per un’intesa ci sono – dice il primo cittadino -. Se avessimo potuto riportare le famiglie a casa il giorno dopo l’alluvione, l’avremmo fatto. Ma i tempi della burocrazia giudiziaria sono lunghi". Baio non ci sta: "In questa situazione si è arrivati per l’atteggiamento attendista del Palazzo. Non c’è altro tempo da perdere. Si presentino dal giudice con un accordo, mancano solo 15 giorni".