Gli ambulanti storici del circuito esclusi dal ’banchetto’ della F1

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Per una vita hanno dato da bere e da mangiare ai tifosi della Formula Uno e agli appassionati del motorsport nei fine settimana di gara all’autodromo di Monza. Per alcuni di loro la ristorazione ambulante è una tradizione di famiglia. Che si tramanda dai genitori ai figli e ora ai nipoti. Ma "la nuova gestione ha buttato la storia in un cassone". Perché nessuno si è ricordato di loro per pianificare il servizio di ristoro in occasione del prossimo Gran premio di Formula Uno e anche per le altre manifestazioni sportive che si svolgeranno sino alla fine dell’anno. Loro sono gli ambulanti storici dell’autodromo. Sul piede di guerra perché "la Sias, senza dire nulla, ha aperto un bando a chiamata per affidare il servizio di ristorazione in circuito per i prossimi 5 mesi. Una durata rinnovabile due volte fino a un massimo di 15 mesi", spiega Vincenzo Panetta. Con i titolari di altre 12 società di ambulanti iscritte nell’albo fornitori dell’autodromo, l’anno scorso ha deciso di costituire un consorzio (IES - Italian event solutions) per poter partecipare alla manifestazione di interesse avviata dall’autodromo per il Gp del 2020.

L’emergenza sanitaria, però, aveva portato a una gara a porte chiuse e, quindi, all’annullamento di tutte le procedure di assegnazione della ristorazione per i tifosi. Quest’anno, però, seppure con ingressi dimezzati, il Gran premio sarà a porte aperte. E sarà necessario prevedere uno ’street food’. Le candidature dello scorso anno sono state annullate, "in compenso abbiamo scoperto che la Sias ha invitato quattro aziende a presentare una offerta, mentre noi non siamo stati contattati. Ci hanno lasciato fuori. Oltretutto due di quelle quattro aziende chiamate non sono nemmeno iscritte all’albo dei fornitori dell’autodromo – denuncia Panetta –. Incredibile a maggior ragione in un momento come questo, in cui tutti siamo in bilico. Da febbraio 2020 siamo fermi, Sias avrebbe dovuto dare a tutti la possibilità di partecipare. Poi, che vinca il migliore, ma almeno avrebbe potuto consentire anche a noi di giocarcela".

Non sono disposti a mandare giù questo torto. E hanno affidato il loro destino - almeno per i prossimi 15 mesi di durata del bando - all’avvocato Renato Maturo del foro di Milano che - se non si troverà una mediazione - sta valutando un ricorso al Tar e una segnalazione all’Autorità nazionale anticorruzione.

M.Galv.