Gli ambientalisti scrivono ai sindaci "Aiutateci a evitare il disastro"

Tredici associazioni chiedono a Provincia e Comuni di intervenire sul progetto di Pedemontana

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di Monica Guzzi

"È necessario rimediare il più possibile a carenze progettuali e ricadute negative su viabilità e territorio".

Gli ambientalisti tornano in campo. Non solo per dire no a Pedemontana, ma per sollecitare i sindaci a tenere aggiornati i cittadini e a chiedere un confronto che limiti l’impatto dell’opera e ne corregga il progetto. Lo fanno con una lettera inviata ai sindaci delle tratte B2, C e pur se stralciata dal progetto e dal finanziamento, anche della D. La lettera, firmata da tredici associazioni e comitati, sollecita le amministrazioni e la Provincia a svolgere un ruolo "attivo, coordinato e collettivo" di pressione nei confronti di Regione Lombardia e dei ministeri.

Punto di partenza, un incontro che nelle scorse settimane ha portato a confrontarsi ad Arcore ambientalisti e amministratori. Nel mirino "un’autostrada di dubbia utilità, dalle innumerevoli criticità ambientali e con un impatto insostenibile per il territorio, i limiti di un finanziamento “last minute” per molti aspetti improprio a partire dal possibile prestito della Bei che non rientra nel campo della “finanza verde” riservata ad interventi ecologicamente e ambientalmente sostenibili e per il quale i gruppi ambientalisti hanno inviato un reclamo alla Bei".

Ora la controproposta punta non solo sulle modifiche, ma anche sulle opere di mitigazione e compensazione, cui vanno destinate, scrivono, risorse maggiori.

Tra le richieste, quelle di una greenway ciclabile lungo l’intero percorso delle nuove tratte da realizzare contestualmente, oltre all’introduzione dell’esenzione dal pagamento delle utenze locali per brevi tratte.

Inoltre "va valutata la connessione dell’autostrada al termine della tratta C con la A51, prendendo atto che ormai appare poco sensato il completamento con la tratta D e che diversi sindaci hanno indicato soluzioni meno impattanti per luoghi di connessione e dimensioni degli svincoli".

Bocciato il piano di bonifica della diossina sulla tratta B2, considerato "insufficiente, al risparmio e comunque rischioso per cui sarebbe opportuno evitare interventi sull’attuale superstrada Milano-Meda e le aree attigue, limitandosi ad un suo potenziamento e approfondendo soluzioni quali le corsie dinamiche e le dimensioni degli svincoli o delle connessioni alla viabilità ordinaria". Da esaminare anche la riduzione del calibro dell’arteria, passando a due corsie per direzione di marcia nella tratta C. E poi una raccomandazione: rompere l’equazione tra autostrada e capannoni, a favore di una pianificazione d’area dei “distretti produttivi” attorno agli assi ferroviari esistenti.