Gianetti, sale la tensione ai cancelli

Arrivano i carabinieri, i lavoratori sfiniti attendono il tavolo del Ministero. Oggi l’incontro in Assolombarda

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di Gabriele Bassani

e Barbara Calderola

Sono arrivati i carabinieri ieri mattina al presidio dei lavoratori della Gianetti, stavolta chiamati dal titolare di un’impresa di pulizie che voleva entrare in fabbrica per recuperare alcuni macchinari. Ma al suo arrivo l’uomo ha trovato i cancelli sbarrati con davanti tavoli, sedie e gazebo impilati dai lavoratori fin da sabato 3 luglio, non appena ricevuta la notizia del licenziamento di tutti e 152.

"Abbiamo spiegato la situazione precisando che entrare in reparti nei quali viene di impedito l’accesso persino agli operai è una mancanza di rispetto", dice Vittorio Sarti, segretario regionale Uilm-Uil sul posto accanto ai dipendenti.

L’imprenditore dell’azienda esterna che si occupa di pulizie speciali degli impianti ha chiesto l’intervento delle pattuglie che una volta arrivate, hanno identificato tutti.

Alla fine il titolare dell’impresa se ne è andato a mani vuote, così come i camion che lunedì scorso erano arrivati qui per caricare la merce pronta.

Ruote finite, chiuse nella fabbrica deserta.

"C’è chi ha vestiti negli armadietti, oggetti personali, qualcuno persino gli occhiali da vista o le medicine e non possiamo prenderli, figuriamoci chi viene da fuori", si lamentavano le tute blu che hanno dovuto affrontare anche vento, pioggia e grandine negli ultimi giorni sotto le tende montate davanti ai cancelli, dove la tensione cresce anche per la mancanza di risposte sul fronte istituzionale, con la convocazione a Roma che ancora non arriva, dopo il "sorpasso" della Gkn, i cui rappresentanti sindacali sono già stati chiamati al tavolo ministeriale.

Un caso identico a quello della Gianetti, scoppiato una settimana dopo ma che sarà già affrontato dal Ministero domani. Non è esclusa un’azione simbolica per sbloccare la situazione.

Intanto, la vertenza brianzola sbarca a Bruxelles. Ieri, l’europarlamentare Patrizia Toia (Pd), vicepresidente della commissione Industria, Ricerca ed Energia, ha presentato un’interrogazione all’esecutivo europeo.

"I licenziamenti della Gianetti sono contrari alle indicazioni dell’antitrust che tre anni fa aveva costretto la società Accuride a cedere l’azienda italiana a un compratore in grado di mantenerla sul mercato per evitare di ridurre il settore delle ruote di acciaio a un duopolio pericoloso per la concorrenza", scrive Patrizia Toia.

Il nuovo scenario tratteggiato "dalla chiusura del sito creerà esattamente la condizione che la Commissione aveva voluto scongiurare. Ho chiesto come intenda procedere per neutralizzare questo rischio", prosegue l’europarlamentare.

Patrizia Toia condanna "anche le modalità con cui la proprietà, il Fondo Quantum, ha preso la decisione e l’ha comunicata, ignorando l’avviso comune di Governo italiano, Confindustria e sindacati che chiede alle aziende di ricorrere alla cassa integrazione prima di spegnere le macchine".

Intanto oggi le parti si vedranno al tavolo di Assolombarda. "Un incontro decisivo tra i sindacati e la dirigenza. A seguito della protesta dei lavoratori e dell’intervento mediatore di Regione Lombardia, si chiederà all’azienda di scongiurare la procedura di licenziamento collettivo", dice il vicecapogruppo del Carroccio al Pirellone Andrea Monti. "Confidiamo che la dirigenza ritorni sui suoi passi, capisca il grave errore commesso, scongiuri la procedura di licenziamento collettivo e accetti una trattativa che porti ad un accordo soddisfacente per tutti".