Il giallo del cadavere sepolto a Desio: è ancora caccia al Dna

A più di due settimane dal ritrovamento del corpo sotterrato in un campo tra la caserma e l’ex carcere

Il cadavere è stato sepolto sotto uno strato di terra di 50 centimetri coperto dalle frasc

Il cadavere è stato sepolto sotto uno strato di terra di 50 centimetri coperto dalle frasc

Desio (Monza) - ​Erano le 10.30, circa. In via Foscolo, davanti al presidio sanitario, c’è un bar, gestito dai cinesi. Un cittadino nordafricano, intorno ai 30 anni, esce dal locale con un bicchiere di birra pieno. Probabilmente non il primo, nonostante sia ancora mattina. Barcolla un po’. Esce perché vede una pattuglia dei carabinieri, ferma, che sta effettuando dei controlli in zona. Si avvicina. «Venite , vi porto a vedere un cadavere. L’hanno ucciso e poi sotterrato. È proprio dietro la caserma". Svuota il bicchiere, risucchiando tutta la birra. Lascia il bicchiere a bordo della carreggiata. Viene caricato in auto. Fa strada ai militari. Dopo nemmeno dieci minuti, nel campo di grano tra la caserma e l’ex carcere, in via Caduti di Nassirya, sotto un groviglio di frasche, c’è uno strato di terra evidentemente rimossa e rimessa. Un buco scavato e poi colmato. Non erano fumi dell’alcol. Non erano allucinazioni. Scatta l’allarme. In pochi istanti – la caserma dista una trentina di metri – sul posto arrivano gli uomini del nucleo operativo di Desio, a seguire il nucleo investigativo di Monza. Il nordafricano viene portato in caserma e interrogato a lungo, spremuto. Collaborativo, pare. Evidentemente sa. Qualcosa. O forse tanto.

Da allora a oggi, di quel cadavere dissotterrato con enorme cautela dopo alcuni giorni (era sotto 50 centimetri), poi rimosso e portato all’Istituto di Medicina legale di Milano, si sa poco o nulla. Due settimane di assoluto mistero. L’autopsia non è ancora stata fissata, perché si attendono dei risultati degli accertamenti minuziosi svolti dai Ris di Parma, in due diverse giornate, con le strumentazioni più avanzate. È caccia al Dna. Di quel cadavere che nessuno ha mai denunciato non si conoscono nome e cognome. Nemmeno la nazionalità, né l’età. Dalle analisi visive appare un uomo, è vestito con jeans e maglietta, ma il volto è sfigurato, a causa del tempo passato prima del suo ritrovamento: inizialmente si ipotizzano 3 giorni, poi si degrada fino alla settimana. La carnagione potrebbe essere compatibile con quella di un nordafricano, secondo alcune indiscrezioni, ma non ci sono certezze, solo ipotesi. Come quella che sia stato ammazzato e poi nascosto, per un regolamento di conti nell’ambito dello spaccio di droga. Ma non sono escluse altre piste.

Indizi sono stati cercati dentro l’ex carcere, che è stato scannerizzato da cima a fondo, centimetro per centimetro. A caccia di qualcosa di utile. La struttura è ancora sotto sequestro. Notoriamente, come certificato anche da un blitz della polizia locale di inizio agosto, era frequentato da senzatetto e sbandati. Freschi i ritrovamenti di materassi, avanzi di cibo, stoviglie, vestiti. Anche alcuni residenti e frequentatori dei dintorni avevano segnalato movimenti anomali, "io avevo vietato alle mie figlie di passarci vicino", ha raccontato un cittadino.