Monza, bulli per noia: baby gang alla sbarra

Oggi in sei compariranno davanti al giudice per le udienze preliminari

L'operazione fu condotta dalla Questura

L'operazione fu condotta dalla Questura

Monza, 15 luglio 2019 - Alla sbarra la baby gang che combatteva la noia con le rapine e i pestaggi, ispirandosi alle gesta violente ma virtuali del videogioco “Grand theft auto”. Dovranno presentarsi oggi davanti alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Pierangela Renda i sei componenti della compagnia del centro che da tempo terrorizzavano i coetanei nel cuore della città per miseri bottini, qualche euro o, al massimo, un telefonino o una mountain bike.

Perché l’obiettivo principale era quello di svoltare le solite giornate trascorse a bivaccare in centro tra birra, marijuana e musica a tutto volume, con il desiderio di emulare gli eroi negativi dei giochi con cui trascorrevano le ore alla X-Box. Due di loro, E.S., 18enne di Monza e F.M., 19enne di Limbiate, hanno già ricevuto un’esemplare condanna in un processo con il rito abbreviato: la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Emanuela Corbetta ha inflitto loro 2 anni e 3 mesi con la pena sospesa per ciascuno, che diventeranno da scontare in carcere, però, se non accetteranno di dedicarsi per 300 giorni al volontariato.

E.S. e F.M. avevano ottenuto gli arresti domiciliari dopo gli interrogatori di garanzia, dove sostanzialmente avevano ammesso le accuse contestate. Ora, dopo la condanna con la pena sospesa, i loro legali dovranno trovare un ente o un’associazione dove possano svolgere l’attività di volontariato, pena il ritorno dietro le sbarre. Inoltre i due ragazzi devono ancora essere giudicati per altre rapine in concorso con gli altri imputati e rischiano di superare il limite massimo della pena sospesa se la condanna non dovesse essere lieve. Stamattina torneranno a giudizio insieme ad altri due italiani e a due sudamericani, un peruviano e un dominicano, tutti tra i 18 e i 24 anni.

Gli arresti da parte degli uomini della Questura di Monza erano scattati lo scorso aprile al termine delle indagini coordinate dal pm della Procura monzese Carlo Cinque, su ordine di custodia cautelare della gip monzese Cristina Di Censo. Secondo gli inquirenti E.S. era uno degli «elementi di spicco» della gang che bivaccava nelle piazze del centro e che colpiva seguendo un istinto «violento, parassitario, e prevaricatore», come ha scritto la gip nell’ordinanza di custodia cautelare. Mentre F.M., che ha avuto un figlio dalla compagna un annetto fa, faceva orecchie da mercante alle implorazioni della ragazza di trovarsi un lavoro e ai rimproveri della mamma che aveva predetto come avrebbe prima o poi «pagato con la galera». I due, insieme anche a due minorenni indagati dalla apposita Procura, sono accusati a vario titolo di una serie di rapine violente. I due sudamericani e il monzese C.A., 21 anni, sono anche accusati di tentato omicidio, commesso il 15 gennaio scorso ai danni di un ragazzo filippino, pestato a sangue davanti ad un venditore di kebab nei pressi della stazione ferrovaria monzese.