Fusione Aeb e A2A: prorogate le indagini

Le nozze bocciate dal Consiglio di Stato perché occorreva una gara pubblica. La Procura si appresta a chiudere l’inchiesta per corruzione e turbativa

di Stefania Totaro

Proroga delle indagini sull’aggregazione fra Aeb e A2A chiesta ed ottenuta dalla Procura di Monza, che ora si appresta a chiudere l’inchiesta. Per la contestata fusione, bocciata dal Consiglio di Stato perchè occorreva una gara pubblica per la selezione del socio privato ad opera di un’azienda a controllo pubblico, le accuse contestate a vario titolo sono corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Sotto la lente della Guardia di Finanza sono finiti il sindaco Alberto Rossi, l’assessore alle Partecipate Giuseppe Borgonovo, il segretario comunale, Alfredo Ricciardi, oltre alla presidente di Aeb, società partecipata dal Comune di Seregno, Loredana Bracchitta e ad alcuni amministratori non esecutivi e un manager di una società controllata del Gruppo A2A, società controllata al 50 per cento dai Comuni di Milano e Brescia. I fatti contestati nell’inchiesta dei pm Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio partono dal 2019.

Il fascicolo penale, che nella fase iniziale era contro ignoti, nasce da due esposti presentati in Procura in data 25 novembre 2019 ed in data 10 febbraio 2020 da Tiziano Mariani. Il capogruppo della lista civica Noi per Seregno della minoranza è stato anche firmatario di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Milano. Un altro ricorso contro il “matrimonio“ fra Aeb e A2A al Tar (che a giugno aveva avallato la sospensione della delibera del Consiglio comunale di Seregno con cui era stata approvata l’aggregazione tra le due aziende) è partito da Marco Fumagalli, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle lombardo, che in seguito era venuto a conoscenza da una relazione semestrale di A2A dell’indagine penale della Procura di Monza in cui la presidente di Aeb risultava indagata in concorso con altri non citati.

Già si era saputo che gli uomini delle Fiamme gialle di Seregno si erano recati nella sede della società a Seregno e poi anche nella segreteria comunale in cerca di documenti relativi a Aeb. Il Comune di Seregno aveva comunicato di essersi messo immediatamente a disposizione, corrispondendo a quanto richiesto, nella assoluta convinzione che ogni atto del Comune di Seregno era stato adottato in piena trasparenza e nell’esclusivo interesse del Comune e dei cittadini. Ma già si era scatenata la bagarre politica in Consiglio comunale e tra le forze al governo della città e all’opposizione. Poi lo scorso settembre il sindaco Alberto Rossi aveva rivelato sui social di essere indagato. "È una botta che mi provoca tristezza, avendo l’assoluta consapevolezza di essermi sempre comportato correttamente e avere agito sempre in buona fede - si era sfogato Rossi - Sono completamente a disposizione della Procura, di cui capisco il dovere di approfondire in merito agli esposti ricevuti". Ora l’attesa è per la decisione dei magistrati.