Monza - Lo stallo è ben segnalato. I contorni marcati in un inequivocabile colore giallo. Il disegno di una carrozzina in mezzo. Ma c’è chi non lo rispetta. Tanti. Troppi. Chi vive con il peso dell’handicap sa che oltre a dover individuare i posti liberi a disposizione (pochi, troppo pochi), nonostante siano riservati a chi ha i suoi problemi, dovrà verosimilmente lottare, ogni giorno, con un’orda di incivili che tenteranno di approfittare dello spazio libero, ghiotta occasione per chi ha fame di parcheggi. "Ma è solo per 5 minuti" la frase ricorrente del furbetto di turno “sorpreso” fuori posto. Anche se poi i minuti, comunque troppi, si allungano regolarmente a tempi inenarrabili. "Ma perché tu hai quel posto? Mi sembra che cammini abbastanza bene" una delle giustificazioni più odiose che possono essere snocciolate nelle discussioni accese che a volte si accendono fra chi ha diritto a quel posto e chi invece proprio no. Perché un handicap non è sempre misurabile con un’occhiata. Qualcuno utilizza i pass per disabili sottratti a parenti e genitori, di solito anziani: è vero, c’è chi ne abusa. Ma questo non giustifica chi invece quei posti proprio non li rispetta. “Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap”: lo slogan è finito da tempo su alcuni cartelli esposti da persone illuminate e/o esasperate. C’è il furgone del commerciante o dell’artigiano che si posiziona per le sue consegne sprezzante delle esigenze del disabile di turno, ("sto lavorando, suvvia!"), c’è addirittura il camion dei traslochi che in una zona priva o quasi di parcheggi non si fa problemi a utilizzare quel posto (avvistato di recente in via Col di Lana). E ci sono casi clamorosi: uno, testimoniato dalla fotografia che pubblichiamo in questa pagina, è stato segnalato da una residente al quartiere San Fruttuoso. Senza fornire ...
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