Debiti con l'ospedale, blitz della Finanza

Fiamme gialle al San Gerardo, in Regione e alla Fondazione

La Fondazione per il bambino e la mamma

La Fondazione per il bambino e la mamma

Monza, 18 maggio 2017 - La Guardia di Finanza negli uffici della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la mamma, dell’Asst di Monza e della Regione Lombardia. Per acquisire tutta la documentazione sulla tanto discussa sperimentazione, sulla sua rimodulazione imposta dal Pirellone e sul piano di rientro dai debiti che la Fondazione ha accumulato verso l’ospedale. Questioni che si trascinano da anni. E che negli ultimi mesi hanno innescato una guerra sui conti e sulla modalità di saldo dei debiti.

Da una parte la Regione che ha ribadito (con due delibere di Giunta) la necessità di accettare il piano di rientro proposto dalla Fondazione facendo ripartire (dall’1 gennaio 2017) cinque nuovi anni di sperimentazione (dopo gli 8 già trascorsi e che hanno portato a questa situazione) perché "unica alternativa alla liquidazione dell’ente". Altrimenti sì che ci sarebbero "danni erariali di cui dovrebbero rispondere Regione, Asst di Monza e Ats Brianza". Secondo la Regione "si produrrebbe nel bilancio dell’Asst una perdita certa dell’importo oggi a credito che verrebbe stralciato, con un automatico aumento di costi per il sistema sanitario regionale". Oltretutto, chiudere la Fondazione e riportare tutto sotto la gestione dell’Asst comporterebbe tempi e costi non solo "insostenibili oggi ma anche incompatibili con la necessità di garantire la continuità assistenziale in un settore tanto delicato".

Sull’altro fronte, l’Asst di Monza che inizialmente si è rifiutata di accettare le indicazioni regionali alla luce degli "importanti rilievi sotto il profilo della legittimità dei contenuti dell’atto regionale" che hanno portato il Collegio sindacale a dare parere negativo e a trasmettere tutti gli atti alla sezione regionale di controllo per la Lombardia della Corte dei Conti, al ministero delle Finanze, al ministero della Salute e pure in Regione. Ma la seconda delibera della Giunta Maroni impone che si vada avanti ritenendo che "il giudizio del Collegio sindacale dell’Asst sia frutto di una lettura troppo veloce degli atti che stanno alla base della decisione". Eppure, aveva messo nero su bianco l’ospedale, ci sarebbero troppe cose che non tornano. Innanzitutto l’ammontare del debito: 8 milioni per Regione e Fondazione, oltre 13 milioni secondo l’Asst. E poi c’è "manifesta illegittimità tra la prospettata decorrenza della nuova convenzione (1 gennaio 2017) e la data di stipula dell’atto (che ancora non è avvenuta)". Come illegittima è "l’imputazione dei costi a carico dell’Azienda per il trattamento fondamentale del personale dell’Azienda posto in posizione di comando presso la Fondazione", visto che per legge "non è possibile utilizzare l’istituto del comando per i dipendenti di un’Amministrazione pubblica che prestano servizio presso un ente privato". Secondo quanto prospettato, la Fondazione - che gestisce il Dipartimento materno-infantile e l’onco-ematologia pediatrica al San Gerardo - rientrerebbe dal debito per il 30% quest’anno, il 15% nel 2018 e per il restante 55% fra il 2019 e il 2021, a patto che l’ospedale riduca il prezzo degli affitti: cosa "impossibile" per l’Asst. Sarà ora la Finanza a chiarire ogni singolo dettaglio.