Fimer, pressing per salvare l’azienda di colonnine elettriche

La crisi causata dall’aumento dei costi delle materie prime e dalla difficoltà di reperirle

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Sciopero e pressing delle istituzioni per salvare Fimer, il colosso delle colonnine elettriche e degli inverter che a Vimercate dà lavoro a 180 persone e altre 455 nell’Aretino, nella fabbrica rilevata da Abb due anni fa per fare un altro salto sullo scacchiere globale e ora in crisi come il resto del gruppo per l’aggravio dei costi delle materie prime e la difficoltà a reperirle fra pandemia e crisi internazionale. "Una corsa contro il tempo per evitare il crac – la società è in concordato preventivo : e mettere a punto un ‘Piano B’ nel caso in cui le trattative con i fondi Certina e Attestor interessati ad acquisirne quote falliscano", spiega Lorena Silvani della Fim Cisl. Ieri un’altra fumata nera in Regione dove le parti si sono sedute al tavolo, "non ci sono passi avanti". I sindacati chiedono garanzie occupazioni e certezze per i lavoratori in solidarietà da gennaio. Domani arriveranno in Brianza i metalmeccanici dello stabilimento toscano di Terranuova Bracciolini per una protesta ai cancelli dell’astronave, la sede costruita a due passi dalla tangenziale con l’idea di espandersi nel mondo e ora sull’orlo del fallimento. "Servono un piano industriale e che si paghi il salario, manca la liquidità per gli stipendi. Solo così si potrà sciogliere il nodo sulle prospettive", sottolinea Claudio Rendina della Fiom-Cgil. Il picchetto alle 11. Bar.Cal.