Figli che uccidono i genitori Il lato oscuro della Brianza

Nel bilancio dell’anno giudiziario il procuratore capo Gittardi si sofferma su infiltrazioni della criminalità organizzata in imprese e pubblica amministrazione

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di Stefania Totaro

Continuano ad aumentare gli omicidi tra le mura domestiche, ma quest’anno la violenza viene soprattutto dai figli nei confronti di un genitore, per problemi psichici o per situazioni di abbandono sociale e culturale della famiglia. È questo lo scenario più sconcertante che emerge dai dati sull’anno giudiziario 2022 della Procura della Repubblica di Monza.

Nella sua relazione il procuratore monzese Claudio Gittardi conferma che è in lieve aumento rispetto all’anno giudiziario precedente il numero gli omicidi volontari sia consumati che tentati, dove "il dato preoccupante è riscontrare che la maggior parte di questi episodi si sono verificati in ambito familiare e in particolare da parte di figli nei confronti del padre o della madre e che derivano dalla compromissione dei rapporti anche per l’insorgere di situazioni psico patologiche in ambito individuale e da situazioni in senso lato di abbandono sociale e culturale del nucleo familiare". In aumento anche gli altri reati contro la persona: lo stalking (+12%) e i reati sessuali (+25%), mentre diminuiscono la pedofilia e la pedopornografia (-5%).

Passando alla criminalità comune, aumentano truffe, reati informatici, tributari e di inquinamento, restano stabili rapine, furti e lo spaccio di droga e sono invece in calo i furti in abitazione, l’usura e le bancarotte fraudolente. Con la ‘ndrangheta che non accenna a mollare la presa. Perché la Brianza, si legge nella relazione firmata dal procuratore Gittardi, è un territorio "caratterizzato nel corso degli anni dalla presenza di un ricco tessuto imprenditoriale, da una tra le più alte densità di popolazione a livello nazionale, con le ovvie tensioni sociali che ne derivano e da episodi di infiltrazione di criminalità organizzata nell’imprenditoria e nella pubblica amministrazione" che necessita di un forte impegno "per indagini soprattutto in materia di stupefacenti in alcuni casi in grave e preoccupante contiguità con la criminalità mafiosa" perché "le radici della ‘ndrangheta hanno storicamente permeato il territorio, determinando un indotto delinquenziale e di alleanze assai tenace e gravi problemi di gestione del territorio, fertili per attività speculative nel settore dell’edilizia e degli appalti pubblici, ora più che mai nella fase di crisi dell’economia con la creazione di siti di grossi poli industriali dismessi tutti da sfruttare".

In questo quadro emergono anche i reati tributari (+6%) e le truffe, mentre in forte calo (-53%) risultano le bancarotte fraudolente. In calo i reati di usura (-38%) dove però "la quota di sommerso è notoriamente elevata", ma in lieve aumento il riciclaggio di denaro (+2%). Resta "diffusissima" (con i fascicoli aperti passati da 634 a 552) l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti "in pericolose alleanze tra la criminalità italiana e quella extracomunitaria" e che vede tra gli assuntori "una preoccupante diminuzione dell’età iniziale di accesso" alla droga. In aumento (+19%) i reati di inquinamento "derivati da scarichi industriali e da abbandono di rifiuti in aree incontrollate". Sul fronte degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, risultano in aumento, da 2 a 4, gli omicidi colposi, ma in diminuzione del 18% le lesioni colpose. Mentre in relazione alla circolazione stradale salgono sia gli omicidi colposi (+8%) che le lesioni colpose (+42%), con numeri prevedibili in seguito alla ripresa degli spostamenti dopo l’emergenza sanitaria. Sono complessivamente stabili i numeri dei reati contro la persona e patrimoniali derivanti da attività della criminalità comune, come le rapine e i furti, mentre risultano in calo i furti in abitazione (-22%).

Ancora in aumento invece rispetto al periodo precedente i reati di danneggiamento e quelli di frode informatica, che sono saliti dopo che negli ultimi anni avevano visto un balzo in avanti. Come il triste primato delle truffe agli anziani, una fascia debole costantemente presa di mira da malviventi che si inventano ogni stratagemma, al telefono o bussando alla porta di casa, per derubarli dei pochi averi e oggetti personali di valore, anche facendo leva sull’amore verso i familiari o il rispetto per la divisa.