Fiav, 65 dipendenti traditi dall’acciaio

L’azienda del gruppo Calvi Holding ha comunicato la decisione di chiudere lo stabilimento di Agrate, occupazione a rischio

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di Martino Agostoni

Il 2022 inizia con 65 posti di lavoro in più a rischio in Brianza dopo la comunicazione dell’azienda di lavorazione dell’acciaio Fiav - L. Mazzacchera spa di Agrate di voler cessare l’attività e mettere in liquidazione la società.

Il 27 dicembre l’azienda con sede in via Archimede 45 ha aperto la procedura di mobilità con la prospettiva di arrivare al licenziamento di tutti i suoi dipendenti, un organico di 65 lavoratori.

La Fiav è un’azienda attiva da oltre un secolo: fondata nel 1913 da Luigi Mazzacchera, ha avuto la sua sede storica a Milano fino al 2008, poi il suo trasferimento ad Agrate Brianza.

È specializzata nella produzione di profili trafilati in acciaio su disegno del cliente, una nicchia dell’ampio settore della metallurgia.

Dal 2004 è entrata a far parte del gruppo Calvi Holding, leader mondiale nella produzione di profili in acciaio, ed è attualmente controllata al 100% dalla Calvi spa.

A seguito della comunicazione dell’azienda del 27 dicembre il sindacato dei metalmeccanici della Cisl, la Fim Monza e Brianza, ha chiesto un incontro urgente e ha avviato un tavolo di confronto.

"L’azienda ha ribadito l’intenzione di cessare l’attività al termine delle commesse attualmente in corso – spiega Enrico Vacca, segretario generale Fim Cisl Monza e Brianza – Non è quindi ancora definita la tempistica della chiusura, ma dovrebbe essere questione di pochi mesi. Il primo incontro urgente che abbiamo richiesto si è tenuto nei giorni scorsi ma da parte dell’azienda non sono state date comunicazioni in più rispetto all’intenzione di chiudere, una soluzione contro cui ci opponiamo. "Si stanno definendo i prossimi incontri e la priorità del sindacato è la continuità occupazionale della sessantina di lavoratori dell’azienda".

I sindacati hanno chiesto di rimettere in discussione la chiusura, ipotizzando uno scenario che salvaguardi comunque l’occupazione utilizzando gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. A febbraio cui sarà un nuovo incontro, nel frattempo il sindacato si è impegnato a portare la vertenza di fronte alla Commissione Attività produttive della Regione.