Fiav, 46 dipendenti perdono il posto

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di Barbara Calderola

Più ricollocati nelle società satellite e più incentivi per i lavoratori che perderanno il posto. E’ braccio di ferro fra i 46 dipendenti della Fiav Mazzacchera di Agrate, settore acciaio, e la proprietà, il Gruppo Calvi di Merate, che acquisì lo storico marchio milanese e lo trasferì in Brianza facendolo entrare nella propria galassia "senza mai fare investimenti e piani industriali per produzioni alternative", spiegano Fim, Fiom e Sisal a fianco del personale dall’inizio della vertenza. Ora alla fine "di un percorso finanziario accidentato la proprietà ha deciso di disfarsi della fabbrica e dei dipendenti – denunciano i sindacati, reduci da otto di sciopero ai cancelli in via Archimede -. Si chiude così nel peggiore dei modi, mettendo tutto in liquidazione, una crisi durata anni". La protesta è scattata dopo l’assemblea con gli operai, venerdì scorso in fabbrica. All’ordine del giorno la proposta dell’azienda "decisamente insufficiente".

La direzione "ha ipotizzato un recupero parziale di attività e produzione con l’assunzione di 18 persone in Calvi o in alcune ditte del gruppo e un incentivo per gli esclusi - spiega Gabriele Fiore (Fim-Cisl) -. Giovedì, alla scadenza dei 45 giorni di rito per trovare un accordo è in programma un altro incontro, poi la patata bollente passerà in Regione". E’ stato proclamato anche un altro sciopero, dalle 12 alle 14 per fare pressing. "Le ipotesi sul tavolo - sottolineano i metalmeccanici - lasciano senza posto la maggior parte dei dipendenti e con incentivi inadeguati. Chiediamo un’inversione di rotta su tutta la linea. E cioè un numero superiore di ricollocati, un impegno ad assorbire il personale che faticherà a sistemarsi in un lasso di tempo ampio, aiuti più consistenti a sostegno di chi si ritroverà senza reddito". La strada è tutta in salita. Bar.Cal.