"Famiglie escluse dai fondi Mortificata la generosità"

Lettera di 22 sindaci contro le regole sui contributi all’accoglienza dei profughi. Nel mirino la scelta del governo che non riconosce la solidarietà dei primi giorni

di Fabio Luongo

Un bando "carente e mal strutturato", guidato da una logica "incomprensibile", che finisce per dare contributi a chi ospiterà i profughi da qui in avanti, tagliando fuori le famiglie che si sono già spese fino ad ora per l’accoglienza, non pensandoci due volte ad aprire le porte di casa con generosità sin da subito.

È una sonora bocciatura quella messa nero su bianco da 22 sindaci della Brianza per il bando pubblicato dalla Protezione Civile riguardo i contributi stanziati dal Governo per chi ospita gli ucraini in fuga dalla guerra. Letto il documento, i primi cittadini brianzoli hanno preso assieme carta e penna per chiedere di cambiare nettamente direzione. Lo hanno fatto inviando una nota ufficiale ad Anci, l’associazione dei Comuni, perché solleciti il Governo a "tornare sui suoi passi, riconoscendo un contributo anche a chi con grande civismo e umanità ha sostenuto l’impegno delle istituzioni in queste settimane". La lettera è stata firmata dalla sindaca di Lissone Concetta Monguzzi e dal collega di Seregno Alberto Rossi, e sottoscritta dai primi cittadini di Cesano, Vimercate, Villasanta e Usmate, Brugherio, Nova Milanese, Bellusco, Agrate e Cavenago, Carnate, Caponago, Bernareggio, Ornago, Ronco Briantino, Sulbiate e Barlassina, Muggiò, Triuggio, Macherio e Verano. "Il bando è assolutamente carente e mal strutturato – spiega Monguzzi –. La scelta di dirottare le risorse su chi accoglierà i profughi da qui in poi e non sulle famiglie che in queste settimane si sono fatte carico di contribuire al sistema dell’accoglienza aprendo le porte di casa è incomprensibile".

A Lissone i profughi sono oltre 220, per lo più donne e bambini, e ospitarli ha comportato impegno, anche economico. Ad oggi sono oltre 1.300 gli ucraini fuggiti dal conflitto accolti nei 22 Comuni firmatari della lettera, e poco meno della metà sono minorenni. La gran parte vive nelle abitazioni di famiglie del territorio. "Abbiamo sperato che il Governo premiasse questa disponibilità – si legge nella nota dei sindaci – dimostrando riconoscenza alle famiglie, anche fornendo loro un supporto economico per rifonderle dell’impegno finora sostenuto e che in molti sono disposti a continuare a sostenere". Invece i contributi andranno solo alle "nuove convivenze realizzate a partire dalla firma della convenzione", senza includere chi già lo sta facendo da settimane. Per i sindaci è "un cortocircuito che premia chi si attiva solo ora a fronte di un contributo economico certo. Chi è stato più generoso viene quasi mortificato".