Ex macello di Monza, il nuovo 'albergo' dei disperati

Qualcuno ha recuperato la vecchia portineria, altri vivono nel magazzino ma la struttura è pericolante e in totale degrado

La struttura dell'ex macello è pericolante in molte parti

La struttura dell'ex macello è pericolante in molte parti

Monza, 6 agosto 2020 - Il letto è rifatto con cura, lenzuolo rimboccato e coperta ben piegata, a fianco su un comodino una lanterna per le candele e su una mensola una bottiglia per bere, qualcosa per mangiare e poco altro, il pavimento è spazzato e, se non fosse per il luogo, potrebbe anche apparire come una camera modesta ma dignitosa. È invece la vecchia portineria dell’ex Macello, una guardiola di una decina di metri quadrati a lato del cancello di via Procaccini che dà accesso alla sede del Cral (il Circolo dopolavoro dei dipendenti comunali) e che da qualche mese qualcuno ha riadattato come proprio ricovero.

Cento metri più avanti, a fianco dell’edificio del Cral, l’unico che non cade a pezzi, tinteggiato e blindato con inferriate a porte e finestre all’interno del complesso di 44mila metri quadrati del macello comunale di inizio ‘900, c’è un locale usato come magazzino. Una struttura gemella di quella del Cral ma, come quasi tutte le altre del vecchio sito, è abbandonata e lasciata decadere dalla fine dell’attività del macello nel 1984. Il tetto non regge più e ci sono fessure da cui entrano i piccioni, porte e finestre sono rotte o scassinate ormai da tempo, ci sono mobili abbandonati e ovunque sporco e disordine ma, come per la guardiola, da qualche mese è l’abitazione di qualcuno. Il giaciglio di coperte a terra fa pensare a due persone, c’è un fornelletto elettrico su un tavolo ed è pure stato riempito con un po’ di cibo un vecchio frigorifero lasciato lì da anni dal Cral.

Una volontaria del Circolo dice di aver visto nelle vicinanze una donna incinta, ma un vero incontro non c’è mai stato. La sede del dopolavoro comunale apre solo poche ore al giorno, e mai la mattina presto o la sera, quando presumibilmente invece i disperati dell’ex Macello tornano ai loro ricoveri. Sulla porta della guardiola Gianni Romano, portavoce Cral, ha lasciato un messaggio con l’invito a lasciare gli spazi per non rischiare uno sgombero perché da settimane sono state fatte le segnalazioni alla Polizia locale sulla presenza di abusivi nella grande area di proprietà del Comune. "Probabilmente sono entrati durante il lockdown – dice Romano – ma il problema principale è la sicurezza di queste persone oltre che dell’area. Da anni chiediamo al Comune che venga sistemato il vecchio magazzino o che almeno vengano protette porte e finestre per non creare le condizioni favorevoli a furti o occupazioni". Il Cral si è anche rivolto ad Asia, l’associazione sindacale inquilini e abitanti attiva a Monza per le politiche sulla casa, per cercare di trovare una sistemazione alternativa ai nuovi "vicini". «Non vogliamo penalizzare nessuno, tanto più persone così in difficoltà – conclude Romano – ma non si può stare in queste vecchie strutture pericolanti".