Monza, il suicida e il re della coca: 4 arresti e 18 persone indagate

Indagine della Polizia: nella villa-bunker del capo trovati anche Rolex e armi rubate

Armi e soldi sequestrati dalla Polizia

Armi e soldi sequestrati dalla Polizia

Monza, 13 settembre 2018 - Cominica tutto con un suicidio. Un detenuto si impicca nella sua cella al carcere di Monza. Succede sin troppo spesso, solo che stavolta c’è qualcosa che non quadra: quell’uomo non è mai stato depresso, mai ha avuto problemi di natura psichiatrica e il carcere lo ha già conosciuto, visti i suoi precedenti penali.

E si fa strada un sospetto: qualcuno lo ha minacciato e spinto ad ammazzarsi. «Non devi parlare, non devi dire da dove prendevi la droga, non devi dire dove si trova il resto«. E così l’indagine su quel 45enne arrestato poco tempo prima dalla Squadra Mobile di Milano (è l’ottobre 2016) perché in un box di Seregno teneva nascosto un chilo e mezzo di cocaina subisce un’accelerazione. E viene fuori tutt’altra verità, cristallizzzata ora nell’operazione “Monitus”, dal termine latino che significa “Avvertimento”. A condurla, gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato di polizia di Monza, coordinati dalla Procura cittadina. Che hanno portato ad arrestare quattro italiani e a indagare 18 persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e truffa ai danni dello Stato.

Ne è emersa una piramide, al cui vertice si trovava M.A., 33 anni, origini calabresi (provincia di Reggio Calabria), ma che gli inquirenti giurano non risultare legato alla criminalità organizzata. Era però capace di movimentare grossi quantitativi di cocaina, con cui riforniva quelli che lui stesso chiamava i suoi “ragazzi” e, a scendere, tutta una pletora di piccoli pusher con cui riforniva Monza e il nord della Brianza. Nella sua villa bunker di Senago, aveva una serie di telecamere a circndare il perimetro della proprietà collegate a un sistema di videosorveglianza che gli consentiva di individuare chiunque si avvicinasse. E una serie di nascondigli per droga e denaro. Dietro una stufa a pellet in soggiorno, ad esempio, i poliziotti hanno trovato una nicchia ricavata nella decorazione a mattoncini della parete. All’interno di un calcio balilla in giardino è stata trovata invece una pistola scacciacani priva di tappo rosso. Nascosti in soffitta all’interno di due zainetti sono stati sequestrati ben 163.695 euro in contanti in mazzette da 10mila, ritenuti il frutto dello spaccio all’ingrosso: una somma equivalente ad almeno 8mila dosi vendute al dettaglio e complessivi 2 chili di cocaina, al netto del taglio, 10 grammi di cocaina dià tagliata, e soprattutto una pistola semiautomatica calibro 9, con relativo munizionamento, risultata parte di un lotto di armi rubate ad agosto in un’abitazione del Monferrato. E alcuni orologi Rolex.

Il soggetto risultava peraltro già noto alle forze dell’ordine, visto che - nonostante una professione ufficiale in ambito commerciale - si era servito in passato di un altro complice per occultare ingenti quantitativi di droga. E a lui si ritiene soprattutto che appartenesse il grosso del quantitativo di droga, ammontantante ad almeno 4 o 5 chili di cocaina, di cui faceva parte la frazione trovata in possesso del povero 45enne suicidatosi in carcere