"Sulla diossina zero controlli". La verità del sindaco di Seveso

La gestione delle vasche con le scorie del 1976 al centro di un esposto. Il primo cittadino dimissionario insieme ai consiglieri: ecco cosa è successo

Il lago e il verde del Bosco delle Querce che sorge sopra le vasche della diossina

Il lago e il verde del Bosco delle Querce che sorge sopra le vasche della diossina

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Seveso (Monza e Brianza) - Dimissioni in massa dei consiglieri leghisti del Comune di Seveso che seguono quelle del sindaco Luca Allievi, per la questione della presunta cattiva gestione delle vasche contenenti la diossina ‘erede’ del grave incidente ambientale del 1976. Anche i non eletti che potrebbero subentrare, non sono disponibili. Il caso comincia il 1°, con l’addio del primo cittadino, fra l’altro per "omissione di controlli e zone d’ombra nel monitoraggio sulle vasche della diossina". Da qui nasce un esposto che ora è sul tavolo della Procura di Monza. Per Allievi gravi perplessità sull’"affidamento a partire dal 2008 della gestione di un sito così pericoloso al Comune" e preoccupazione "per l’assenza totale di monitoraggio delle vasche e di un piano di controllo". Allievi spiega perché ha deciso di lasciare, seguito dai consiglieri leghisti. Allievi, le sue dimissioni sono arrivate il 1° luglio. Quanto tempo prima ha scoperto questo presunto malfunzionamento alle vasche che contengono la terra contaminata dalla diossina del 1976? "Non ho mai parlato di malfunzionamento. Avrei potuto farlo se avessi avuto in mano delle analisi sul loro stato. Ma questi documenti non ci sono. È questo il tema: da almeno 20 anni non si sono mai fatti rilievi sulla tenuta delle vasche". 

È vero che la sua decisione si è basata sull’analisi dei tecnici del Comune di Seveso che non avrebbero trovato protocolli di monitoraggio? E che l’impianto di rilievo del percolato delle vasche non sarebbe mai entrato in funzione? "Sì, anche su quella".

È sempre convinto della sua decisione? "Le dimissioni sono state improvvise ma non improvvisate. Sono sempre più convinto della bontà della mia scelta: se ti viene impedito anche dai tuoi stessi alleati di procedere sulla via della salvaguardia della salute, della trasparenza, e dell’integrità, meglio fare un passo di lato. Gli altri partiti non hanno appoggiato il bilancio 2020, ma soprattutto non volevano votare a favore dell’accordo per riaffidare la gestione delle vasche alla Regione. Hanno chiarito che per parte della maggioranza la gestione sarebbe dovuta rimanere a Seveso. Quale gestione chiedo io?".

Ma di cosa è preoccupato, della salute pubblica? "Un sindaco si deve sempre preoccupare della salute pubblica. Non per fare allarmismo, ma per avere trasparenza nei controlli".

Ha parlato di ombre nella gestione delle vasche. Lei è di Seveso, sa cosa significa convivere con il disastro dell’Icmesa: non pensa che con le sue dichiarazioni i cittadini ora abbiano più paura e angoscia? "Io credo che la trasparenza e la conoscenza siano l’antidoto per non avere paura e angoscia".

Le due vasche da 15 anni vengono controllate dagli uffici del Comune con finanziamenti regionali. Lei era sindaco da 3 anni. Cosa è sfuggito? "A inizio 2020 è entrato in funzione il nuovo modello organizzativo del comune. In questo contesto, insieme al dirigente dell’area Territorio, abbiamo analizzato le procedure di governo delle due vasche tra Seveso e Meda e del deposito di Cesano Maderno. Inspiegabilmente, non abbiamo trovato in archivio nessun documento sulle vasche: non c’erano progetti, protocolli di gestione e sicurezza, procedure per l’emungimento del percolato, sistemi di misurazione della discarica e strumenti di controllo. Invece tempo fa abbiamo trovato lettere indirizzate a Regione Lombardia datate 2015 e 2016 a firma dell’allora direttore del Bosco delle Querce (l’area verde realizzata sopra i grandi contenitori in cemento, ndr ), che chiedeva di dare un incarico a un tecnico specializzato, per fare una verifica sullo stato delle vasche e soprattutto degli impianti tecnologici collegati. Il dirigente chiedeva alla Regione di trasmettere la documentazione progettuale delle vasche, non presente presso il comune di Seveso. Nel gennaio 2015 l’allora direttore del parco scriveva che il documento più recente disponibile “risulta lo studio di ENEL-Hydro risalente al luglio 2007“. Insomma, i cassetti erano vuoti...".

Allora cosa avete fatto per chiarire la situazione? "Agli atti non abbiamo trovato l’assegnazione dell’incarico, quindi è probabile che la verifica dello stato delle vasche, richiesta dal direttore del Bosco delle Querce sin dal 2015, non sia mai stata assegnata. L’Amministrazione ha rappresentato la situazione a Regione Lombardia che è proprietaria dell’area e responsabile delle gestione delle vasche. Regione ha preso atto della situazione e, con una delibera della giunta del 21 dicembre scorso, ha approvato un nuovo schema di convenzione che avrebbe accentrato gestione e controllo a livello regionale. La nuova convenzione è stata sottoscritta dal Comune di Meda e da Ersaf, l’ente regionale che gestisce l’oasi. A Seveso, invece, sono cominciati i problemi. Veti in maggiornaza, Fratelli d’Italia e Forza Italia, sostenuti anche dal Pd. Col veto è arrivato il boicottaggio del bilancio e l’azione della giunta ha rallentato. Poi gli alleati hanno detto che mai avrebbero appoggiato l’accordo con la Regione. A questo punto ho preso atto della situazione e con senso di responsabilità ho fatto un passo di lato. Mi auguro che altre istituzioni dello Stato potranno fare chiarezza sulla vicenda".

Il riferimento è al suo esposto. Lei ha detto anche che l’estrazione del percolato delle vasche è stata assegnata nel tempo, per via diretta, senza gara, sempre alla stessa azienda, con un atto firmato sempre dalla stessa funzionaria. "Anche questa non è una frase che ho detto io, ma che sta scritta nella relazione del dirigente dell’area Territorio del Comune di Seveso".

Lei è convinto delle sue affermazioni: qualcuno di fidato le ha fornito queste informazioni? "Non c’è nulla e nessuno di più fidato dei documenti protocollati in un ente pubblico: sia i documenti che ci sono, sia quelli che non ci sono...".