"Diossina, nessun pericolo Il sindaco dice il falso"

Il tecnico incaricato dalla Regione di eseguire il sopralluogo alle due vasche smentisce quanto denunciato nell’esposto: mai detto che ci fossero perdite

Migration

di Stefania Totaro

"La situazione delle due vasche (impianti elettrici e di ventilazione sempre funzionanti) non desta preoccupazione, anche perché, e ciò è noto al Comune di Seveso, la ditta incaricata emunge ogni anno centinaia di metri cubi di percolato e ciò non sarebbe possibile se le vasche avessero delle perdite". Il tecnico Antonio Mambriani dell’Ersaf, la società mandata dalla Regione Lombardia a fare un sopralluogo al Bosco delle Querce, smentisce il sindaco dimissionario Luca Allievi sul sospetto di una fuoriuscita di percolato dai due contenitori dove sono stati seppelliti i rifiuti contaminati dalla diossina dell’incidente all’Icmesa che lo ha spinto a dimettersi l’1 luglio. Per Mambriani non è vero, come ha scritto Allievi nell’esposto presentato alla Dda di Milano e poi trasferito per competenza alla Procura di Monza, che il tecnico ha comunicato e poi ancora confermato in colloqui con il dirigente dell’Area Territorio del Comune di Seveso, l’architetto Matteo Gargarella, la seconda volta con il sindaco in collegamento telefonico, che le vasche a suo parere perdono.

"I miei contatti con l’architetto Gargarella sono molto frequenti, in quanto Ersaf gestisce la parte forestale del Bosco delle Querce mentre il Comune di Seveso è l’ente gestore del parco – sostiene Mambriani –, ma gli ho sempre affermato il contrario di quanto è stato riportato dal sindaco". Un diverbio su cui faranno luce gli inquirenti e i magistrati monzesi. Intanto è lecito chiedersi, come ha fatto Massimo Carro, consigliere comunale a Seveso e figlio di Gaetano, fondatore del Comitato a difesa dei danneggiati dalla diossina e padrino della norma europea Direttiva Seveso sul rischio industriale, come a casa nostra abbiamo usato quella Direttiva.

Il 26 aprile scorso il Comune ha risposto con un documento secondo cui, "dalla documentazione agli atti del servizio Ecologia e Ambiente" sulle vasche A e B, appare una "gestione di fatto svolta in assenza di un protocollo operativo di monitoraggio e controllo" spettante dalla convenzione a Regione Lombardia. Carro ha anche recuperato il dossier della Fondazione Lombardia per l’Ambiente intitolato ’Seveso vent’anni dopo’ che, sul tema delle vasche contenenti diossina, cita: "È attualmente in via di preparazione un nuovo impianto di trattamento per la depurazione dei percolati... che procede attraverso la neutralizzazione dei liquidi prima del loro scarico finale nel torrente Certesa". "Tale impianto è stato realizzato, ma non è mai entrato in funzione – dice Carro –. Negli ultimi anni è stato sommerso dall’esondazione del torrente Certesa compromettendo il funzionamento e l’integrità delle apparecchiature. Già solo questo dovrebbe essere sufficiente per sollevare qualche piccola perplessità".