"Dimissioni per le vasche? Solo una favoletta di Allievi"

L’ex sindaco Galbiati: "Caduto per gestione col vice Galli, pacchetto ferrovia e commissariamento della Lega"

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di Sonia Ronconi

L’architetto Clemente Galbiati in questi tre anni è stato all’opposizione con la sua lista MuoviAmo Seveso (pur gravitando al centrodestra). Per tutti "il Tino" conosce molto bene la sua città, perché oltre a viverci da oltre mezzo secolo è stato sindaco a tempo pieno dal dicembre 1998 all’aprile 2008, dipendente in ruoli tecnici nello stesso comune dal 1982 al dicembre 1998 poi in aspettativa. Lui conosce molto bene anche la situazione politica e soprattutto i leghisti Luca Allievi e David Galli. "Anche la giunta Donati di centrodestra è stata fatta cadere proprio da Allievi e Galli per l’interramento – ricorda – A mio avviso Luca Allievi ha dato le dimissioni, quelle reali, per tre motivi: la gestione ristretta con il suo vice Galli, che l’ha posto in una via senza uscita, il pacchetto ferrovia da approvare entro il 27 luglio con suo grande rammarico e da ultimo il commissariamento della sezione della Lega di Seveso. Allievi eGalli, la coppia che da anni e anni viaggia insieme, sono stati miei assessori durante il secondo mandato per quattro anni, con loro nessun screzio e anche cordialità. Poi David Galli, insieme ad altri, ha organizzato il linciaggio nei miei confronti per il sottopasso sud ma la ruota della storia l’ha costretto ad una approvazione indigesta".

Allievi e Galli da sempre hanno lottato per l’interramento, ma in questi tre anni si sono trovati davanti ad un bivio e hanno dovuto accettare la realizzazione dei due sottopassi proposti dalla Regione. Continua a bacchettare Tino Galbiati: " Nessuno ha creduto alla favoletta delle dimissioni per le vasche che perdono. E’ invece reale il cunicolo che ho disceso più volte sotto la vasca principale dove è ubicato il pozzo di raccolta dal percolato, il liquame che scende dal terreno interno del guscio coperto e impermeabilizzato. Le analisi effettuate sui pozzi dell’acqua potabile intorno alla vasca non hanno mai, a mia memoria, riscontrato tracce di diossina. Quindi Allievi ha agito in questo modo per coprire i tre veri motivi delle sue dimissioni. Ormai sono 13 anni che non ho responsabilità amministrative ma non ho dubbi sulla correttezza delle procedure per quanto riguarda la vasche. L’agibilità del Bosco delle Querce è fuori discussione", continua.

"Fare un esposto non comporta responsabilità penali, forse. Ma a chiuderlo, con una ordinanza, non sarebbero bastate le motivazioni addotte nelle sue dimissioni e lo avrebbero esposto al rischio penale di “procurato allarme“. Sono stati fatti altri prelievi, per esempio per Pedemontana. Sono all’interno dell’analisi di rischio del 2003 nella quale la valutazione ha tenuto conto anche della diossina da combustione dovuta al traffico in superstrada. Altro che zero controlli. Ho però un dubbio da anni sulle modalità dell’incidente del 10 luglio. Pensavo ad un fatto accidentale, leggendo il libro di Zilioli “La mina vagante“: alla pagina 92, si legge nelle note di "un teste, in quel momento non c’era nessuno, ho aperto l’acqua di raffreddamento e la fuga è terminata. Se quel sabato l’impianto era fermo, chi ha aperto la valvola del vapore che ha causato l’incontrollabile reazione chimica"?