Dilaniato dal petardo fai-da-te, attende due nuove mani

Negli ultimi mesi già ricevuto 5 allerte ma gli esami di compatibilità sono stati negativi

Migration

Trapianti di organi e tessuti, ma al San Gerardo c’è un’équipe che ha aperto una porta su un sentiero che nessuno conosce. Nella notte dell’11 ottobre del 2010 è stato eseguito il doppio trapianto di mani che ha restituito una nuova vita a Carla Mari, casalinga di Gorla Minore a cui tre anni prima, a causa di una necrosi secondaria legata a una setticemia, i medici avevano dovuto amputare mani e gambe. Oggi la signora Carla ha riacquistato la sua autonomia grazie all’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali autologhe per ridurre al minimo la somministrazione di farmaci antirigetto dopo il trapianto. Tanto che la ‘paziente’ è passata da 26 pillole al giorno a una sola, con un dosaggio al di sotto della soglia terapeutica.

Una tecnica all’avanguardia che molte scuole americane stanno utilizzando e che - visti i risultati raggiunti - ha permesso di abbassare l’età dei potenziali pazienti. E infatti ha solo 30 anni il ragazzo che oggi è costretto a utilizzare protesi mioelettriche. Abita in provincia di Varese e nel dicembre del 2017 è rimasto vittima di un terribile incidente con un petardo fatto in casa. Un’esplosione improvvisa, mentre maneggiava il petardo, gli ha dilaniato le mani. Portato inizialmente all’ospedale di Niguarda, dove i medici non hanno potuto fare altro che amputargli gli arti superiori, il ragazzo poi è stato seguito dal reparto guidato da Massimo Del Bene. L’équipe è in attesa di un donatore, negli ultimi mesi ha già ricevuto 5 allerte, ma gli esami di compatibilità non hanno (ancora) permesso di andare in sala operatoria.

M.Galv.