Desio: Torre Autobianchi verso la vendita

L’ecomostro fermo da 11 anni al centro di un progetto con la curatela fallimentare: volumetrie da rivedere

L’ecomostro di Desio

L’ecomostro di Desio

di Alessandro Crisafulli

Nuove idee e soluzioni per cercare di riuscire una volta per tutte, a distanza di 11 anni dallo stop ai lavori e a 6 dal fallimento della Società costruttrice, a vendere la Torre del Polo d’Eccellenza: l’ecomostro di 90 metri che da così tanto tempo svetta e fa pessima mostra di sé nel cuore della città, laddove un tempo venivano fabbricate le mitiche Bianchine. Quali? Una revisione della destinazione d’uso; nuove volumetrie; nuove idee progettuali. È in questa direzione che vanno gli ultimi sviluppi in merito alla ormai storica, quanto mai tortuosa e complessa, vicenda della Torre desiana. Che doveva rappresentare il simbolo delle Brianza produttiva e innovativa del futuro e invece da così tanto tempo rappresenta solamente uno scheletro di cemento. Le ultime novità sono state fornite dal sindaco Roberto Corti, nel Consiglio comunale online, rispondendo a una interpellanza del consigliere Stefano Sala.

Il primo cittadino ha fatto una breve cronistoria della vicenda, nata ben prima del suo insediamento a Palazzo. Poi ha svelato gli ultimi passi fatti insieme alla Curatela fallimentare: "Lo scopo è convergere in tempi possibilmente rapidi a una soluzione progettuale allineata alle mutate condizioni del contesto cittadino e del mercato esistente. Per questo la Curatela ha incaricato uno studio di progettazione privato e si sta lavorando insieme in questa direzione". Pur non esplicitandolo in maniera chiara, vista la complessità del contesto anche dal punto di vista normativo, il riferimento è a una possibile modifica della destinazione d’uso, attualmente un mix di terziario, commerciale e abitativo per tutto il comparto, o a una rivisitazione delle volumetrie della Torre, con i suoi 22 piani. "Sia noi che la Curatela per diversi motivi abbiamo interesse a vendere l’immobile, visto che le varie aste che si sono succedute negli ultimi anni sono andate tutte a vuoto - ha aggiunto il sindaco -. La Curatela deve tutelare i creditori del fallimento, mentre noi vogliamo finalmente dare vita alla struttura, salvaguardando l’interesse pubblico. Si lavora insieme per una soluzione di giusto compromesso tra tutte le parti. Non è semplice perché l’intervento è molto grande ma è una strada che va percorsa e che, se andrà a buon fine, coinvolgerà poi il Consiglio comunale per l’eventuale Variante al Piano integrato". Resta da capire chi possa essere interessato a un investimento multimilionario in questo periodo di crisi e recessione economica.

"Il terzo edificio è rappresentato dalla torre in fase di progettazione, di 16mila mq, 22 piani, alta 85,50 metri, che sarà realizzata seguendo le direttive nazionali in tema di risparmio energetico – recitava il progetto iniziale –. Sono previste minime funzioni residenziali per 2.500 mq mentre al piano terra troveranno posto superfici commerciali, asilo nido, centro benessere e negozi per 3.500 mq, che permetteranno al Polo di eccellenza di essere vissuto anche oltre il tradizionale orario di lavoro. Il tutto è aggregato da una piazza pedonale coperta posta al centro dell’intervento e da aree verdi per 12mila mq. Nell’interrato dell’edificio sono previsti due piani di parcheggio per 16mila mq mentre il traffico verrà canalizzato attraverso il nuovo sottopasso ferroviario in modo da non interferire con quello cittadino". Tutto, o quasi, rimasto solo sulla carta e su meravigliosi rendering di quello che doveva essere un progetto modello a livello nazionale e internazionale.