Coronavirus, l’urlo della Rsa Gavazzi di Desio: servono operatori e subito

Il 43% del personale non è al lavoro, mancano una trentina di unità. La direzione: informati gli organismi competenti per evitare soluzioni drastiche

Quasi impossibile per la Rsa trovare nuovo personale

Quasi impossibile per la Rsa trovare nuovo personale

Desio (Monza Brianza), 15 maggio 2020 -  Un vero e proprio grido di allarme. . È quello che hanno deciso di fare i vertici della Casa di riposo Pio e Ninetta Gavazzi. Serve personale, serve subito. O la situazione rischia di degenerare. E non sono escluse, non meglio precisate "soluzioni drastiche". A farlo sono il presidente Gian Battista Aceti e il direttore generale Mirella Mariani, in una lettera aperta indirizzata ai famigliari, ma in realtà aperta a tutto il territorio e soprattutto alle autorità competenti. Il dato chiave è uno: il 43% dei dipendenti, quasi la metà, è a casa o comunque lontano dalla struttura di via Canonico Villa, perché contagiato o per altri problemi. Metà delle forze perse, quando le forze, e le necessità, si sono moltiplicate a dismisura.

"Dobbiamo nostro malgrado confermare che le assenze, a vario titolo, del personale, dipendenti e collaboratori, continuano ad essere molto elevate. Abbiamo raggiunto il 43%. Il puntuale rispetto delle norme di comportamento previste per l’epidemia in corso richiede inoltre agli operatori presenti un livello di attenzione e di impegno superiori a quello normalmente richiesto". E le difficoltà nel trovare rinforzi con estrema urgenza sono elevatissime: "La Direzione Generale continua a percorrere tutte le strade possibili – spiegano il presidente e il dg – riuscendo fino ad ora ad assumere 4 nuovi collaboratori ed altrettanti sono in fase di assunzione. A fronte di una richiesta di 30 unità, la Protezione Civile, tramite l’Ats, ci ha destinato 1 collaboratore con contratto a scadenza delle durata di 28 giorni". Parole dalle quali traspare evidente una vena polemica, già per altro evidenziata in precedenti lettere in merito alle tempistiche per i tamponi, per il senso di totale abbandono che molte Rsa hanno vissuto in questo drammatico periodo.

"Questa circostanza, tra l’altro, non ci consente di dedicare tutto il tempo necessario, o di attuare modalità diverse, per la comunicazione a distanta tra gli ospiti e i loro parenti". Gli organismi competenti sono "puntualmente informati di questo grave stato di difficoltà – spiegano i vertici della Rsa -. In questi giorni inoltriamo una ulteriore richiesta ufficiale di supporto, al fine di tutelare la salute e il benessere psico-sociale degli ospiti, onde evitare di dover ricorrere a soluzioni più drastiche". C’è bisogno di unire le forze. "Finalmente la nostra struttura può eseguire tutti i tamponi necessari. A oggi il 63% degli ospiti è positivo; non è aumentato il numero e per alcuni si sta verificando la negativizzazione". +I decessi sono 15, secondo l’ aggiornamento di qualche giorno fa.