Desio, la preghiera dei musulmani si fa su Zoom

Le restrizioni dovute al lockdown costringono gli Imam a predicare online per evitare pericolosi assembramenti in luoghi al chiuso

Musulmani in preghiera

Musulmani in preghiera

di Alessandro Crisafulli

Alcuni anni fa, a Desio, in un momento di grande fervore sul tema religioso, diverse forze del centrodestra avevano avanzato una precisa richiesta: basta sermoni e preghiere in arabo e "nascoste", perchè chissà cosa dicono e quali concetti possono coltivare gli Imam negli scantinati trasformati in moschee. Se vivono qui, li facciano in italiano, aperti e comprensibili per tutti.

Questa, in sostanza, era la richiesta. Una richiesta di trasparenza. In tempo di Covid, a distanza di diversi anni, ecco che si va in quella direzione. Perchè sempre più impossibilitati a muoversi e a radunarsi, per le restrizioni legate alla pandemia, i rappresentanti della comunità islamica di Desio sono ormai costretti anche loro ad affidarsi a canali molto più "open".

Negli ultimi mesi quindi sempre più spesso, preghiere, discorsi, incontri con personalità islamiche anche di altri Paesi, vedono i fedeli desiani protagonisti online.

Su piattaforme di condivisione come Zoom, ma poi anche con la pubblicazione del tutto sulla pagina Facebook o sul canale Youtube dell’Associazione Minhaj Ul Quran. Quest’ultima tira le fila in particolare della Comunità pakistana, ha sede in via Forlanini e raccoglie centinaia di persone residenti a Desio ma anche nei comuni limitrofi. La lingua rimane quella di origine, ma per chi fosse curioso di addentrarsi tra le pieghe del Corano e delle parole dei vari Imam e relatori, basta attrezzarsi con una traduzione. Una innovazione forzata, che non risolve però del tutto il tema caldo delle ultime settimane, quando gli esponenti islamici si sono rivolti al Comune prima con una lettera e poi in un incontro con il sindaco Roberto Corti.

Permane il problema di trovare una sede dove, magari tra qualche mese, poter fare la grande preghiera del venerdì in piena sicurezza: "Il nostro Centro è un’associazione culturale di riferimento per circa 120 persone di religione musulmana provenienti da differenti paesi (Pakistan, Bangladesh, Tunisia, Marocco, Senegal, India, Egitto, …) e residenti a Desio - spiegavano nella missiva gli esponenti dell’Associazione -. Chiediamo l’autorizzazione per l’uso di uno spazio di proprietà comunale per ogni venerdì da inizio ottobre a fine aprile del prossimo anno, dalle 12 alle 14, per lo svolgimento della preghiera di comunità del venerdì che possa permettere il ritrovo in sicurezza, anche per quanto riguarda la normativa anti-covid, di circa 120 persone".

Il Comune si è mosso per cercare una soluzione, "ma non è assolutamente semplice", ha detto il sindaco Roberto Corti, anche perchè la richiesta era quella di strutture molto importanti come il PalaDesio.

Per il momento, dovranno risolvere in altro modo e affidandosi magari alla tecnologia, ma tra un po’ il problema potrebbe tornare molto attuale.