Desio e Vimercate, divise è meglio "Due aziende dopo il varo dell’Irccs"

Per i 5 STelle la nascita a Monza dell’Istituto di ricovero e di cura rende necessaria la riorganizzazione

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di Barbara Calderola

Unite, divise, riunite e ora, forse, di nuovo separate. Destino travagliato per le Asst di casa che ora devono fare i conti con la promozione in Irccs, istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, del San Gerardo. Un passaggio che comporterà una riorganizzazione che si innesta nella complessa opera di ricucitura - in corso - dei servizi sul territorio.

Il nuovo polo di ricerca "perderà Casa della Comunità, infermieri delle centrali operative non ancora al lavoro e già da risistemare e distretti - spiega Marco Fumagalli, consigliere regionale brianzolo dei 5 Stelle -. Da qui la mia proposta: servono due Aziende, Vimercate e Desio. Distinte per essere in grado di assorbire l’impatto del nuovo assetto senza che a rimetterci siano i pazienti e il pubblico, ancora una volta a rischio di essere cannibalizzati dal privato".

La nuova mappa sanitaria secondo i pentastellati vedrebbe tre poli agire contemporaneamente: "Vimercate al quale sarebbe aggregata Monza città e l’intera area Sud-Est, e Desio con Seregno, Giussano, Cesano e tutto l’Ovest. Avrebbero rispettivamente 350 mila abitanti come bacino d’utenza e 600mila. Più l’Irccs". Costo dell’operazione "200 milioni di euro. La Regione deve investire su una zona strategica". Ma lo scenario tratteggiato dalle linee guida per la metamorfosi del San Gerardo è diverso: "Prevede il trasloco di tutto ciò che Monza perderà sotto l’egida dell’Asst Brianza che si ritroverebbe così ad avere quasi 1 milione di utenti: praticamente ingestibile".

Monza, intanto, pensa a un modello simile a quello del Policlinico di Milano, Ircss che ha mantenuto nella propria sfera servizi chiave come la psichiatria, la neuropsichiatria e i consultori, ciò che resterebbe è frutto di trattativa, nel caso della Brianza ancora tutta da fare. Fumagalli mette le mani avanti: "I fondi necessari allo sdoppiamento potrebbero essere quelli del Pnrr, più quelli che il Pirellone elargisce alla sanità privata dell’area. Solo con due Asst si potrà competere con il mercato sempre più agguerrito e pronto a farsi avanti per tappare le falle aperte dalla mega azienda - l’Asst da 1 milione sarebbe la più grande della Lombardia - sicuramente impossibilitata per dimensioni e differenza fra strutture e territori a rispondere alla crescente domanda di salute in arrivo dalle famiglie".