Nell'ex "abusilandia" quattro distributori fuorilegge. Il Comune è pronto a venderli

Desio, sottoposti a sequestro, in alcuni casi a confisca e ormai obsoleti andrebbero bonificati: si è deciso di procedere alla loro dismissione

I distributori appartenevano ad aziende private ma erano privi di autorizzazione

I distributori appartenevano ad aziende private ma erano privi di autorizzazione

Desio (Monza e Brianza) - È l’ultima frontiera degli abusi, a Desio. Anche se probabilmente la situazione andava avanti da anni. Un tempo ribattezzata “abusilandia” per il proliferare di ville e villette, costruzioni, depositi, baracche, discariche e quant’altro, soprattutto nelle periferie del territorio, Desio scopre anche i distributori abusivi di carburante, a uso privato. Non un caso isolato, ma almeno quattro quelli che nell’ultimo periodo sono finiti sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine. E che attualmente sono sotto sequestro. 

Si tratta degli impianti di una società con sede in via Milano (già soggetto a sequestro e confisca, pertanto già nella disponibilità del Comune di Desio); quello di un’altra società con sede in via Bozzi; quello di una società con sede in via Vicenza (già soggetto a sequestro da parte della Guardia di Finanza di Seregno ma non ancora emesso il provvedimento della confisca); infine quello di un’altra società sempre in via Vicenza, con analoga situazione. Quattro luoghi, con serbatoi interrati o contenitori fuori terra, dove da tempo venivano riforniti camion e mezzi pesanti pronti a partire per il loro lavoro su e giù per l’Italia. La Giunta nei giorni scorsi ha ragionato, insieme agli uffici, sul da farsi per questi impianti, "se sussistono le condizioni per un utilizzo diretto dello stesso da parte del Comune - spiegano nella delibera - se sia possibile una alienazione a terzi attraverso una vendita pubblica, o se sia necessario procedere al corretto smaltimento presso impianti legalmente autorizzati, sostenendone i relativi costi". 

Seppur gli impianti fossero per lo più installati e normalmente utilizzati, gli stessi sono risultati obsoleti perché non di recente collocazione, privi di idonea documentazione utile al loro collaudo e fonte di potenziale inquinamento. Non è emersa quindi nessuna loro possibile utilità e "accertata l’impossibilità di utilizzo immediato degli impianti, che dovrebbero preventivamente essere sottoposti a nuova certificazione da parte di Enti e/o personale tecnico legalmente accreditati, e che, per essere messi a norma, presumibilmente comporterebbero opere di adeguamento onerose economicamente anche perché potenzialmente inquinanti a carico del bilancio pubblico", si è deciso per la loro dismissione. Sono state quindi avviate le pratiche finalizzate allo smaltimento degli impianti di distribuzione carburanti, con oneri economici a totale carico dei soggetti cui sono stati confiscati. Per la complessità della materia è stato chiesto aiuto a un esperto legale.