D’Antuoni: "Siamo stati dimenticati dalle istituzioni"

Lo sfogo dell’avvocato che ha portato in Brianza 190 persone in fuga

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"Sulla guerra in Ucraina è calato il sipario. Ma non per le famiglie: loro che dall’8 marzo accolgono ogni giorno vivono e condividono con i profughi le paure, la morte ma soprattutto l’angoscia di non riuscire a offrire un futuro di autonomia e di indipendenza. Le istituzioni ci hanno dimenticato, e molti profughi abbandonano l’Italia".

A parlare è Agostino D’Antuoni l’avvocato monzese che dall’inizio della guerra in Ucraina, in totale autonomia e con l’aiuto di alcuni amici e benefattori, è riuscito a portare a Monza 190 profughi. "Ad alcuni abbiamo salvato la vita, ma adesso le famiglie non ce la fanno più. Di quelle 190 persone a Monza e Brianza ne sono rimaste soltanto una quarantina". In molte sono ritornate in Ucraina, altre hanno preferito trasferirsi in Germania o in Polonia. "Lì sono organizzati meglio e non solo sono riusciti a trovare una casa, ma persino un lavoro". Per chi resta, e per le famiglie brianzole che accolgono, la situazione inizia a diventare insostenibile. "Le famiglie che ospitano non ce la fanno più. È tutto sulle loro spalle: dalle istituzioni non hanno ricevuto aiuti. I contributi che la protezione civile doveva elargire non sono arrivati e tanti benefattori, sapendo dei bonus che sarebbero arrivati, hanno anche smesso di donare. A Monza un grazie immenso all’Armadio dei poveri che non ha mai smesso di aiutare con generi alimentari, vestiti e pannolini per i nuovi arrivati". L’avvocato D’Antuoni è molto amareggiato. "Siamo stati dimenticati dalle istituzioni. Hanno sì aperto le porte nell’emergenza, ma adesso è oltre 3 mesi che l’emergenza prosegue. È difficile, con lo stesso stipendio, mantenere due famiglie". Nel frattempo i profughi non riescono a trovare un lavoro. "Alle aziende non basta, anche se la legge lo prevede, il semplice appuntamento per ritirare il permesso di soggiorno. Prima del colloquio vogliono i documenti e le consegne sono a luglio". Quanto agli appartamenti liberi, "nessuno li vuole dare: la scusa è che non ci sono garanzie".

Barbara Apicella