Danni morali agli ex Bames: sentenza storica

Il riconoscimento è inusuale in caso di condanna per bancarotta fraudolenta. A ciascuno dei 60 lavoratori parti civili andranno 5mila euro

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di Antonio Caccamo

Nel giro di dieci anni si sono ritrovati a passare dall’aristocrazia operaia al precariato. Erano la parte produttiva della Ibm Italia, una realtà d’eccellenza nel settore dell’elettronica, quando nel 2000 furono scorporati e ceduti alla multinazionale canadese Celestica e da questa nel 2007 alla Bartolini progetti Spa che li inquadra nelle controllate Bames e Sem.

Una cassa integrazione dietro l’altra e nel 2013 le due società falliscono, disperdendo ciò che restava dell’ex regno brianzolo dell’Ibm. Come ex dipendenti della Bames per sette anni hanno urlato "Giustizia!" fuori dal Tribunale di Monza. Una prima sentenza è arrivata l’anno scorso a dicembre. Il giudice ha condannato a 4 anni e 8 mesi per bancarotta fraudolenta Selene e Massimo Bartolini, riconoscendo anche un risarcimento per danno morale di 5mila euro a ciascuno dei 60 lavoratori della Bames sui 300 coinvolti nel fallimento, che si erano costituiti parte civile. "Il giudice ha riconosciuto le sofferenze patite in tutti questi anni terribili".

"È una sentenza storica: il riconoscimento di danni morali non è usuale in caso di condanna per bancarotta fraudolenta", dice Gigi Redaelli, ex segretario generale della Fim Brianza che è rimasto al loro fianco anche quando è andato in pensione. Li ha seguiti per conto della Fim anche nella lunga odissea giudiziaria insieme a Fiom-Cgil.

"Quando si lotta per difendere il posto di lavoro e la dignità dei lavoratori nascono solidarietà e forti legami d’amicizia che vanno oltre i ruoli", racconta l’ex sindacalista. Ora sono arrivati i primi soldi: "Dopo la sentenza, i fratelli Bartolini hanno fatto apparire 1,15 milioni che, sommati ad altre risorse arrivate ai curatori fallimentari, hanno permesso di sanare contenziosi con parte dei creditori privilegiati. Il 36%, e andato ai lavoratori. Corrispondono al 40% di tutti i soldi che avrebbero dovuto prendere tra stipendi non pagati, ferie maturate, contributi non versati, ecc. Il Tfr invece è stato pagato per intero dal fondo di garanzia Inps".

I 5mila euro di risarcimento morale li vedranno "solo alla fine del procedimento giudiziario". Quella inflitta ai fratelli Bartolini è infatti una condanna di primo grado "e riguarda solo due dei dieci imputati, quelli che hanno scelto il rito abbreviato. Un secondo processo vede attualmente imputati il padre Vittorio Romano Bartolini e altre sette persone. Nella conclusione delle indagini preliminari si ipotizza che abbiano "distratto eo dissipato" almeno una parte della montagna di liquidità, circa 87 milioni. Soldi che sarebbero dovuti servire per rilanciare la Bames". I lavoratori ci avevano creduto. Hanno aspettato sette lunghi anni che almeno uno dei piani di rilancio annunciati prendesse vita.

Oggi invece l’ex Ibm di Vimercate è una fila di capannoni e palazzine quasi tutti vuoti lungo la Tangenziale Est. Qui una volta 4mila persone montavano i server dell’Ibm, facevano funzionare il centro di calcolo e producevano schede per i computer di tutto il mondo. "Le multinazionali delocalizzano le produzioni senza preoccuparsi delle tragedie che comporta per i lavoratori", hanno scritto gli ex dipendenti Bames.