Dalla street-art un Filo d’oro per dare voce a chi vive nel silenzio

Installazioni fantasiose sul sagrato della chiesa per accendere i riflettori sui sordociechi seguiti a Lesmo

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di Barbara Calderola

La street-art per dare voce a chi non ne ha. Lesmo è un nodo essenziale della rete nazionale di solidarietà del Filo d’Oro per chi non ci sente e non ci vede. Oggi sul sagrato della chiesa di Santa Aria Assunta si potranno ammirare le opere dello Yarn Bombing, un patchwork per l’iniziativa globale che "ha l’obiettivo di sensibilizzare sulla sordocecità e ricordare in tutto il mondo i diritti di queste persone". La campagna di informazione colora per il secondo anno consecutivo la Brianza: battesimo per i manufatti di filato che, fino al 3 luglio, decoreranno il cuore del borgo. "Un’occasione per fare conoscere il nostro mondo attraverso una meravigliosa esplosione di creatività e bellezza – spiega Patrizia Ceccarani, direttrice tecnico-scientifica –. In questo modo aumentiamo la conoscenza di questi problemi e accendiamo i riflettori su chi rischia di essere invisibile". Da sempre il filo ha per la Fondazione un significato importante: rappresenta "la buona amicizia" che unisce i disabili con il mondo esterno. Questo il concetto che dal 1964 ha ispirato il nome e l’attività della Lega del Filo d’Oro fino a renderla il più importante punto di riferimento in Italia per la sordocecità e la pluriminorazione psicosensoriale. "Con questo appuntamento – sottolinea Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle Persone Sordocieche – promosso per celebrare la Giornata Internazionale della sordocecità che cade oggi, vogliamo far capire che possiamo valicare i limiti imposti dal nostro handicap e che la nostra vita ha il diritto di essere vissuta in maniera ricca, variopinta e fantasiosa". "La strada per il pieno riconoscimento dei diritti è ancora lunga – aggiunge nonostante il via libera del Parlamento europeo. La legge italiana che ha recepito questa disabilità, la 107 del 2010, ha molti limiti e non è mai stata applicata. Lo Yarn Bombing ci aiuta a far sentire la nostra voce". A Lesmo la Fondazione ha un centro residenziale e un servizio territoriale, insieme assistono 168 persone grazie all’aiuto di 76 volontari e 105 dipendenti. Per ogni ospite viene messo a punto un progetto di riabilitazione personalizzato.