Dalla Camera alla mensa dei poveri Irene Pivetti: "A Monza sono felice"

Da giovane presidente dell’aula veniva al Parco a correre, oggi guida il ristorante sociale di via Tazzoli

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di Cristina Bertolini

A metà degli anni Novanta, la più giovane presidente della Camera veniva a fare jogging al Parco. Poi l’allontanamento dalla politica e le recenti controversie giudiziarie. Ora Irene Pivetti è tornata a Monza, dove da una decina di giorni si è rimboccata le maniche come dirigente di un’impresa sociale.

Si tratta della cooperativa Mac Servizi, che ha preso in gestione il ristorante sociale “Smack“ del Pensionato di via Tazzoli (gestito dalla Cooperativa Monza 2000). Residente a Milano, ha preso una stanza al pensionato per poter aprire il ristorante alle 6.30 del mattino e spegnere le luci alle 22. La incontriamo alle prese con la spesa, ottimizzando qualità e prezzo, fra tavoli da apparecchiare e prenotazioni da segnare. Il contesto è familiare e gli arredi tutti diversi, tende e palco per eventi fatti a mano dai membri della cooperativa, ma si respira aria di casa.

Signora Pivetti, la dobbiamo chiamare onorevole?

"No, no, la politica appartiene a una vita precedente".

Come si trova a Monza?

"Sono felicissima. Ho ritrovato qui quella gentilezza austera, tipica dell’animo lombardo della Milano di 40 anni fa, andata un po’ persa".

Cos’è un ristorante sociale?

"Il nostro target è trasversale, tra le persone che lavorano qui attorno, studenti e insegnanti che hanno i rientri pomeridiani e nei fine settimana le famiglie con bambini, per cui ci siamo attrezzati di seggiolone e fasciatoio; oltre ovviamente a persone in difficoltà. Deve diventare luogo d’incontro a tutte le ore, per studiare, mangiare, prendere un caffè. Per questo teniamo prezzi molto contenuti (8.50 euro in convenzione, 9.50 senza e studenti 6 euro) offrendo primo, secondo, contorno e bevande incluse. Metteremo anche l’angolo dei giornali, visto che il quartiere San Fruttuoso non ha più un’edicola. In programma anche un Amazon locker, per la consegna dei prodotti di e-commerce, e un palco per feste con animazione. Vogliamo diventare il soggiorno del quartiere; il tinello come si dice in milanese. La prossima settimana apriremo il centro servizi: assistenza fiscale, disbrigo pratiche mutualistiche e commerciali, gestione debiti, un aiuto per tutte le pratiche rompicapo per i cittadini".

Come è nato il progetto?

"Un anno e mezzo fa ho cominciato a collaborare con Mac, che mi ha chiesto di curare questa startup. Dopo il Covid il terzo settore è il segmento economico che può garantire la ripresa. C’è tanta povertà occulta, per questo l’obiettivo è inventare imprese sostenibili; l’esigenza è quella di tenere i prezzi bassissimi. Qui non si può ragionare in termini di profitto, l’obiettivo è il pareggio di bilancio, per servire più persone possibile e far lavorare le persone fragili".

Quanti siete ora?

"Siamo una decina, tra cucina e servizio al tavolo, ma potremo aumentare, secondo le esigenze. Abbiamo aperto da 10 giorni, facciamo anche consegna a domicilio per persone malate o allettate. Per ora abbiamo un giro di 30-40 persone a pranzo e una ventina a cena, ma speriamo di poter aumentare. Siamo disposti anche a concordare per la spaghettata post partita delle società sportive".

E la politica?

"Lascio che i clienti parlino tra loro, se mi chiedono rispondo, ma non è il mio obiettivo. La politica ci appartiene: siamo fatti di responsabilità sociale e cittadinanza. Io faccio la mia parte accogliendo i bisogni della gente come cooperativa sociale".

Allora inviteremo la presidente Meloni per un confronto tra donne ai vertici?

"Con calma (sorride). Ora pensiamo a far quadrare i conti".