Dal sito ai social, le imprese scoprono l’online

Il 77% ha una vetrina in rete, una su tre ha una pagina Facebook o Instagram, ma soltanto il 39% ha sdoganato l’e-commerce

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di Martino Agostoni

Commercio all’ingrosso e prodotti non alimentari ormai non possono non avere anche una vetrina online, ma nel mercato globale le imprese brianzole preferiscono ancora essere presenti con il proprio sito internet personale rispetto alle grandi piattaforme, da Amazon ai canali e-commerce di Facebook o Instagram. Diverso e molto più ridotto il mercato online degli alimentari prodotti sul territorio, mentre c’è ancora una buona parte delle aziende locali che sceglie i metodi di commercio tradizionali sia per i costi dei servizi sul web, sia per questioni di gestione delle spedizioni. Ma la vetrina online comunque piace e serve anche agli imprenditori brianzoli tanto che alla pagina promozionale sui maggiori social network in pochi rinunciano e il 29% dichiara che aumenterà gli investimenti in pubblicità online. È l’ufficio studi di Confcommercio Monza e Brianza ad aver scattato una fotografia alla situazione del commercio online sul territorio, un’indagine svolta con un sondaggio tra 437 imprese commerciali.

Il risultato è che il 77% delle attività commerciali ha una presenza sulla rete, una percentuale che sale al 93% per le imprese dell’ingrosso e arriva all’88% per le imprese di vendita al dettaglio di prodotti non alimentari, mentre si scende al 20% per chi tratta prodotti alimentari. Rispetto al canale preferito per avere una presenza sul web, nel 21% delle aziende intervistate è il sito internet personale senza servizio di e-commerce, seguito poi dalle pagine Instagram (14%) e Facebook (18%), quindi da un proprio sito con servizio di e-commerce (13%) e poi dalla scheda Google My Business (8%). Ma la presenza sull’online non si traduce automaticamente in vendita sul web, che viene effettuata dal 39%. E tra queste le vendite avvengono nel 43% dei casi attraverso il proprio sito di e-commerce seguite nel 17% dei casi da altri marketplace e, con la stessa percentuale, su Amazon. Rispetto invece ai pagamenti elettronici, il 78% dei commercianti intervistati impiega il Pos fisso, il 40% il Pos mobile mentre il 19% effettua pagamenti mobile senza Nfc (come Satispay, Hype, Bancomat Pay), il 6% pagamenti mobile con Nfc (come Apple pay, Samsung Pay, Google Pay) e il 5% via bonifico.

"L’innovazione digitale nel terziario – commenta Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – è una realtà globale e consolidata sulla quale costruire nuovi strumenti e progettualità. Digitale e negozio fisico oggi sono strumenti complementari e integrati ed occorre sfruttare al 100% le potenzialità dei nuovi strumenti di pagamento. Al contempo non va trascurata l’attenzione sui costi delle transazioni secondo un principio di equità che agevoli queste operazioni anche per i negozi più piccoli e con minor potere contrattuale".