Crescono ordini, fatturato e occupazione

Valli, vice presidente Camera di Commercio: "Ma l’incertezza dello scenario internazionale invoca cautela"

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di Marco Galvani

Ordini, produzione e fatturato: prosegue la crescita congiunturale dell’industria, ma lo scenario internazionale, il caro energia e delle materie prime delineano una prospettiva di incertezza e impongono cautela. Nei primi tre mesi dell’anno le imprese della Brianza hanno fatto registrare un aumento rispetto al quarto trimestre 2021 sia della produzione industriale (+2,7%) sia del fatturato (+1,2%), così come le commesse acquisite dai mercati interni (+3,4%) ed esteri con +1,1%.

La crescita tendenziale della capacità produttiva colloca i volumi prodotti a un livello superiore rispetto al primo trimestre 2021 (+13,3%), superiore rispetto al dato lombardo (+10,7%). Nello stesso periodo, però, i dati della manifattura brianzola per fatturato (+18,1%) sono inferiori al dato lombardo (+19,1%). Sempre rispetto al primo trimestre 2021, il portafoglio ordini del manifatturiero brianzolo evidenzia un incremento reale inferiore a quanto registrato in Lombardia (rispettivamente +15,1% e +16,8%).

"Come risulta dagli indicatori di produzione, fatturato e ordini che rimangono sostanzialmente positivi, unitamente a saldi occupazionali anch’essi positivi, in Brianza continua anche nel primo trimestre dell’anno il percorso di crescita iniziato nella seconda metà del 2020 – la lettura di Carlo Edoardo Valli, vice presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi –. Tuttavia i dati dell’analisi realizzata dal Servizio Studi della Camera di commercio devono essere interpretati all’interno di uno scenario geo-politico decisamente complesso, caratterizzato anche dai rincari dei beni energetici e delle materie prime, con elementi di preoccupazione e incertezza che influenzano le aspettative degli imprenditori lombardi che - pur rimanendo positive - si fanno più caute".

I segnali di uno scenario in peggioramento del quadro economico lombardo sono evidenti innanzitutto nell’indice delle scorte di magazzino: -7,5% le materie prime e -6,8% dei prodotti. Questo significa che, esaurite le scorte, i costi delle produzioni in corso sono direttamente correlati ai prezzi attuali dei materiali (+74,3% economie di scala, settori tradizionali +57%, alta tecnologia +41,2%) oltre che alla volatilità dei costi dell’energia. I margini che l’industria aveva risultano quindi tutti assorbiti e a questi livelli di prezzo si può resistere 3 mesi, oltre i quali vi è una tempesta all’orizzonte. A maggior ragione, quindi, "lo sforzo comune, che già sta facendo il Governo, deve essere quello di contenere i prezzi dell’energia e sostenere con interventi mirati il clima di fiducia delle imprese".