Ondata Covid Omicron, ambulatori medici presi d’assalto: "In trincea"

Tanti hanno rinunciato alle ferie per far fronte a telefonate, visite e prescrizione tamponi. Il caso è arrivato in consiglio comunale

Luciano Camerra

Luciano Camerra

Limbiate (Monza e Brianza) - Il nuovo anno è iniziato addirittura peggio di come era finito il vecchio per i medici di famiglia "in trincea" di fronte all’ondata della variante Omicron. Lo racconta Luciano Camerra, che ha trascorso tutto il periodo natalizio in ambulatorio, rinunciando anche ai 3 giorni di ferie che aveva previsto per questa settimana, di fronte alle richieste continue dei suoi 1860 pazienti, 360 più del limite, visto che a Limbiate la carenza di medici di medicina generale è ormai cronica e il problema comincia ad assumere proporzioni preoccupanti, tanto da avere investito anche il consiglio comunale nell’ultima seduta del 2021. «Negli ultimi dieci giorni di attività, viaggio ad una media di 120-130 mail di richieste al giorno (ne sono arrivate 35 anche domenica), a cui si aggiungono le telefonate e le visite in ambulatorio che non ho mai sospeso, soprattutto per chi manifesta situazioni di una certa gravità, che non hanno nulla a che vedere con il Covid", spiega il dottor Camerra.

Oggi il problema principale è rappresentato dai tamponi che risultano positivi, in particolare ai troppi "fai da te", che poi costringono il medico ad attivare la procedura di segnalazione all’Ats, con la prescrizione poi di un successivo tampone molecolare in un centro tamponi. «Se almeno facessero il tampone in farmacia, oltre ad essere sicuramente più affidabile perché fatto da personale esperto, sarebbe poi la stessa farmacia ad attivare la segnalazione, senza passare dal medico – prosegue Camerra –. Per non parlare poi di quanti chiamano per avere certificati di malattia solo sulla base di un contatto con un amico o parente risultato poi positivo ma senza avere né tampone positivo, anzi magari con un tampone negativo e nemmeno dei sintomi. Malati in maniera seria per il Covid ormai sono solo i non vaccinati. Gli altri vengono gestiti senza problemi con terapia a domicilio e la fase acuta si risolve nel giro di qualche giorno. Pur in una situazione in cui gli effetti della malattia sono notevolmente diminuiti, perché non dimentichiamoci che un anno fa qui si contavano i morti e i ricoverati in condizioni gravi, oggi ci troviamo di fronte ad una situazione di panico tra le persone, che sono anche molto confuse per il bombardamento di comunicazioni, spesso contraddittorie tra loro, a cui sono sottoposte continuamente, tutti i giorni. Una situazione ormai al limite, che finisce di scaricare i suoi effetti tutti sui medici di medicina generale, che sono l’ultimo anello della catena".

«Ma sinceramente – conclude il medico –, con questi ritmi, io non so quanto possa resistere ancora. Le giornate sono infinite, per riuscire a rispondere a tutti si va ben oltre il normale orario di lavoro ma, ciò nonostante, dobbiamo anche sorbirci le lamentele e la maleducazione delle persone che hanno pretese assurde. Se non cambia in fretta la strategia con cui si sta gestendo questa situazione, prevedo grossi problemi per tutti".