Tribunale e Coronavirus, cercasi aula bunker a Monza

Serve un locale sufficientemente ampio per garantire il distanziamento nei maxi processi come Seregnopoli o il caso Malaspina

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Monza, 21 maggio 2020 - Il Tribunale cerca un’aula bunker, o quantomeno un locale sufficientemente ampio per celebrare i maxiprocessi ai tempi del Covid-19. E la presidente chiede anche al sindaco e al presidente della Provincia di Monza. Tra i tanti problemi che la giustizia monzese deve affrontare per la Fase 2 dell’emergenza coronavirus, c’è pure quello di trovare uno spazio abbastanza grande per riuscire a celebrare i dibattimenti con tanti imputati, magari qualcuno pure detenuto. La fase di (solo accennato) ritorno alla normalità dell’attività nel settore penale prevista per legge per quanto riguarda gli affari giudiziari fino al 31 luglio impone un ampliamento dei processi ritenuti urgenti (fino all’11 maggio si celebravano soltanto le convalide di arresti e i processi per direttissima) e offre ai giudici la discrezionalità su quali altri dibattimenti chiamare in aula e quali rinviare (con slittamenti che però, sono già arrivati a metà del 2021). La scriminante è il divieto di assembramenti, perché gli angusti locali al Palazzo di piazza Garibaldi mal si conciliano con la necessità di mantenere il distanziamento sociale imposto dal rischio di contagio da Sars-Cov-2, imponendo il ricorso ai collegamenti da remoto. Mal visti dagli avvocati, che vogliono riprendere a fare le udienze in presenza, sostenendo che andare in Tribunale non è più pericoloso che recarsi al supermercato o in farmacia. Critica a cui i magistrati rispondono che per le aule di udienza è prevista la sanificazione degli arredi dopo che viene sentito ogni testimone (come negli esercizi commerciali) e il ricambio d’aria per scongiurare la cappa di coronavirus. Quindi al Tribunale di Monza finora processi pochi (e a porte chiuse), mentre si sta ancora cercando una soluzione per i maxiprocessi. Come ad esempio quello per la presunta “Seregnopoli“, che vede imputati di corruzione, tra gli altri, l’ex sindaco Edoardo Mazza e il costruttore Antonino Lugarà. O ancora quello nei confronti dell’immobiliarista vimercatese Giuseppe Malaspina e la sua presunta ‘corte dei miracoli’ assoldata per salvare il suo patrimonio dai fallimenti. Prima dell’emergenza sanitaria le udienze si sono tenute nelle due uniche aule più spaziose del Tribunale, quelle che si trovano al secondo piano dello storico edificio. Ma ora tutti quegli imputati e relativi avvocati non ci stanno più, se non ammassati. I processi verranno chiamati a luglio, ma solo per essere ricalendarizzati a partire, se possibile, da settembre. La presidente del Tribunale Laura Cosentini ha chiesto un’aula bunker a Milano, ma ce ne sarebbe una disponibile solo al sabato a giugno, mentre quella a San Vittore non è dotata di impianto di videoconferenza per fare collegare eventuali detenuti dalle carceri. Laura Cosentini ha anche chiesto la disponibilità di un locale ampio al sindaco di Monza Dario Allevi e al presidente della Provincia monzese Luca Santambrogio. Si ipotizza al momento l’aula magna della sede della Provincia, che è però distante dal Tribunale, oppure uno spazio messo a disposizione dall’Ordine dei commercialisti o, nel centro storico, dall’Ordine dei commercianti o dalla Regione in piazza Cambiaghi.