Covid, medici di Monza e Lecco: "Lasciati nel caos, già dimenticati i morti sul campo"

Lo sfogo dei camici bianchi che si sono riuniti per discutere del boom di contagi in Brianza

Un medico (Ansa)

Un medico (Ansa)

Monza, 30 ottobre 2020 -  Medici di famiglia di Monza e Brianza sul piede di guerra. "Con amarezza assistiamo a tentativi, assurdi e pretestuosi, di screditare la categoria, imputando a noi la responsabilità della disorganizzazione nella gestione di Covid-19", denunciano i rappresentanti delle rispettive sezioni provinciali della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). E ancora: "Forse qualcuno si dimentica quando siamo stati lasciati senza dispositivi di protezione individuale nel mese di marzo? Noi no. Quanti colleghi abbiamo lasciato sul campo? In questi mesi la medicina di famiglia ha implementato numerosi compiti e funzioni per colmare le carenze organizzative della sanità territoriale della nostra Regione". 

Si tratta di una riflessione scaturita da un confronto che c'è stato in questa settimana, una riunione del consiglio provinciale di Fimmg Monza alla quale hanno partecipato anche il segretario provinciale di Fimmg Lecco, Marino Lafranconi, e il legale di Fimmg Monza, per discutere dell'incremento esponenziale dei casi di Covid e del carico di lavoro e rischi per i medici del territorio. "Ci stiamo occupando della sorveglianza sanitaria, partecipiamo fin dalle prime fasi al contact tracing, segnalando e isolando al domicilio i contatti stretti, identificati con certezza, senza mai, tuttavia, ricevere le necessarie comunicazioni di isolamento/quarantena: questi documenti, ricordiamo, in base al Dpcm dell'8 marzo 2020 sono fondamentali per le emissioni delle certificazioni in V29.0", segnalano il segretario provinciale Fimmg Monza, Carlo Maria Teruzzi, insieme ai colleghi Marco Grendele, Domenico Picone, Aurelio Limonta, e a Lafranconi per

Poi, sottolineano le gravi criticità che stanno incontrando in questi giorni: "Il fallimento del lavoro di contact tracing nel sottoporre a tampone tempestivamente i pazienti sospetti e i contatti dei casi accertati e la sostanziale incapacità dei punti tampone messi in campo da Ats". Il problema è che "l'attesa di un tampone ormai si attesta intorno ai 7 giorni dalla segnalazione sul Portale - incalzano i camici bianchi - In taluni casi i pazienti vengono contattati direttamente in decima giornata per la riammissione a lavoro. I reiterati ritardi nell'erogazione dei protocolli di isolamento per i casi Covid sospetti o accertati e di quarantena per i contatti stretti". 

E poi ci sono "le difficoltà a evincere indicazioni chiare, utili a supportare chi si occupa nel territorio dei problemi di ogni giorno: i medici di famiglia si trovano smarriti a interpretare comunicazioni sovente contraddittorie, impediti a dare risposte al cittadino disorientato. In sintesi, non si coglie il senso di una strategia orientata a fronteggiare l'ondata crescente della pandemia al fianco delle cure primarie". "Ci è stato imputato - raccontano - di segnalare 'troppi casi' o 'doppioni' (i contatti stretti inseriti più volte). Ma per predisporre tempestivamente le segnalazioni ci avessero almeno dotato di uno strumento virtuoso, utile per risalire alle inchieste epidemiologiche già eseguite". "Non possiamo più tollerare - ammoniscono i camici bianchi - che il lavoro della medicina di famiglia rincorra carenze strutturali senza vedere riconosciuto il nostro ruolo di regia del territorio".

"Ci chiediamo perché in questi mesi non sono stati potenziati i servizi fondamentali che, in occasione della prima ondata, hanno rivelato tutta la debolezza organizzativa. La situazione sanitaria sul territorio si sta aggravando, l'andamento epidemiologico dell'ultima settimana pone la nostra Ats e in particolare la provincia di Monza tra le più colpite a livello regionale e nazionale. La medicina generale del territorio di Ats Brianza sarà prossimamente protagonista con le vaccinazioni antinfluenzali e anche con l'esecuzione dei tamponi diagnostici, alla luce del recente Accordo collettivo nazionale, debitamente supportata dalle organizzazioni di cui ci siamo dotati. Stiamo lavorando tutti insieme - concludono - con il personale di studio e con le figure professionali infermieristiche da un lato e con le cooperative dei medici dall'altro, sempre accanto ai cittadini che in noi hanno riposto fiducia".