St, così si lavora ad Agrate ai tempi del coronavirus

Rinnovato l’accordo sindacale del 13 marzo e si riduce ulteriormente la presenza nei settori produttivi dal 66% al 50%

StMicroelectronics

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Agrate Brianza (Monza  Brianza), 2 aprile 2020 - Nella hall, superata la prima porta scorrevole, viene misurata la temperatura del corpo. Chi ha qualche linea di febbre o sintomi parainfluenzali deve fermarsi, nel grande stabilimento della StMicroelectronics non può entrare. Tutti gli altri, dai lavoratori ai clienti, prima di varcare la soglia, devono dichiarare se hanno fatto viaggi in Italia o all’estero e indossare le mascherine chirurgiche.

Lavorare ai tempi del coronavirus tra paure, restrizioni e costrizioni sanitarie. E’ quanto succede nella StMicroelectronics, centro di ricerca di livello mondiale e grande fabbrica di semiconduttori, a due passi dal casello per Milano dell’autostrada A4: clienti in tutto il mondo, 4.700 dipendenti, ridotti a meno di mille persone dopo l’accordo sindacale del 13 marzo firmato dai delegati della Fiom e Fim nella rsu (il sindacato Usb aveva chiesto la chiusura) e rinnovato ieri. "Per i produttivi la novità è la riduzione della presenza minima, dal 66% al 50%", dice Sergio Mariani, delegato Fim. In più: rotazione, utilizzo di permessi retribuiti e altri istituti, maggiore tutela per i lavoratori sopra i 60 anni e per i più deboli e bonus di 150 euro per marzo e 350 euro per aprile. Quasi tutti gli impiegati, quelli non indispensabili alla produzione, lavorano da casa con lo smartworking. La ST, un “paese“ che produce a ciclo continuo, notte e giorno, non si è fermata, nonostante gli appelli a chiudere del sindacato di base, dopo il decreto del governo che ha elencato le attività essenziali da tenere aperte. Ma ha sospeso trasferte e viaggi, attività di formazione, eventi. limitati i meeting interni, ridotto il numero di fornitori e clienti che hanno accesso al sito.

Anche l’azienda di via Olivetti ha avuto dei casi di contagio tra i dipendenti, gestiti seguendo i protocolli sanitari. Un lavoratore è deceduto domenica scorsa: era assente dal lavoro dal 28 febbraio. Le pratiche anti-contagio comprendono dispenser di Amuchina messi in mensa, aree comuni, timbratori, all’ingresso di tutti i fabbricati, servizi igienici separati per gli esterni e mascherine Ffp2 per chi lavora in gruppo. In mensa si entra a turno e si devono seguire linee di distanziamento oltre che sedersi a scacchiera. Sui tavoli, confezioni monouso di pane, condimenti, posate e bicchieri. Chi serve porta mascherina di protezione Haccp. È stato proibito l’accesso alle aree ristoro e, a quella per fumatori e alle docce è stato regolamentato. La prevenzione include una frequente sanificazione di changing room, le camere dove ci si veste con una tuta prima di entrare nei reparti sterili di produzione dei microprocessori, spogliatoi, tavoli da lavoro e maniglie. Sono aperte le ante centrali dei tornelli per evitare il contatto con i lettori dei badge. La direzione ha messo a disposizione di tutti i suoi dipendenti e dei loro familiari una piattaforma di ascolto e supporto psicologico, in collaborazione con un’ azienda internazionale leader nell’assistenza sanitaria.