Coronavirus, Rsa a Cesano Maderno: già 13 casi, costretti a spostare i degenti

Alla casa di riposo Don Meani crescono i malati, la direzione: "Non possiamo creare unità ad alta intensità assistenziale"

Alla residenza sanitaria assistita di Cesano Maderno Don Meani vivono 90 anziani

Alla residenza sanitaria assistita di Cesano Maderno Don Meani vivono 90 anziani

Cesano Maderno (Monza e Brianza), 30 marzo 2020 - Sono saliti a 13 su un totale di 90 ospiti, i positivi al Covid 19 nella residenza sanitaria assistita Don Meani di Cesano Maderno. Una situazione non facile da gestire per il personale, che nelle ultime ore ha attivato una serie di spostamenti di pazienti in modo da isolare per quanto possibile i contagiati. "In questa struttura non è possibile creare una unità ad alta intensità assistenziale, come forse erroneamente è stato interpretato per un errore di comunicazione" esordisce la dottoressa Maria Cristina Sandrini, responsabile sanitario della casa di riposo, situata nel pieno centro della città.

«Quello che stiamo facendo in queste ore e che contiamo di completare entro la serata di oggi (ieri, ndr ) è spostare i degenti in modo da mettere nella camere insieme pazienti positivi ai tamponi, e in altre camere insieme pazienti con febbre, lasciando poi insieme pazienti che non hanno sintomi e non hanno fatto il tampone. Fare i tamponi a tutti in questo momento non è possibile, non ci è consentito. Stiamo seguendo le procedure e il nostro personale, in questo momento, è dotato di dispositivi di protezione individuale, acquistati direttamente dalla struttura. Al momento abbiamo questa disponibilità ma certamente se ci fosse qualcuno pronto a sostenere anche le dotazioni per le prossime settimane ne saremmo grati. Qui ci sono persone che lavorano con grande impegno, generosità e professionalità in una situazione oggettivamente difficile". Questo il quadro tracciato ieri mattina dalla dottoressa Sandrini che ha puntualizzato quanto accaduto qualche giorno fa con il decesso di un anziano ospite: "All’aggravarsi delle condizioni abbiamo chiamato il numero d’emergenza per chiedere il trasferimento in pronto soccorso, ma una volta descritto il quadro, ci è stato negato. Questo io l’ho comunicato anche ad Ats".

La preoccupazione per quanto sta accadendo all’interno della casa di riposo Don Meani è grande tra i parenti degli ospiti, che da quattro settimane non possono più entrare per le visite, dovendosi accontentare, quando è possibile, delle videochiamate. "Mia nonna - spiega Valentina Autorino - è tra le persone positive e ancora ieri era in camera con la stessa compagna di sempre a cui non è stato fatto il tampone e con cui interagisce normalmente, solo oggi (ieri, ndr ) mi è stato confermato dalla struttura che l’avrebbero spostata, ma chi conosce gli spazi di quella struttura sa bene che non è possibile garantire l’isolamento totale delle persone positive".