Emergenza Coronavirus, appello Sapio: restituite le bombole d’ossigeno vuote

L’urgente richiesta del colosso brianzolo rilanciata dai sindaci e dall’Ats Brianza: "Disperato bisogno per i malati dimessi a cui serve assistenza a casa"

Un serbatoio di 20mila litri, il doppio di quello esistente, piazzato a Vimercate

Un serbatoio di 20mila litri, il doppio di quello esistente, piazzato a Vimercate

Monza, 31 marzo 2020 - "Restituite le bombole di ossigeno vuote, ne abbiamo un disperato bisogno per i malati dimessi a cui serve assistenza a casa". L’appello è stato lanciato con un tweet da Maurizio Colombo, vicepresidente del Gruppo Sapio, gigante monzese dei gas medicali, presente con la divisione Sapio life nel mondo della sanità per le forniture agli ospedali e a domicilio. L’urgente richiesta d’aiuto #vuotanonserve è stata rilanciata dai sindaci e dall’Ats Brianza. Il problema è che al momento non c’è un numero sufficiente di bombole per coprire i pazienti dimessi dagli ospedali. I produttori al mondo sono pochi e per le nuove consegne si dovrà attendere fine aprile. Da qui l’idea di rivolgersi alla coscienza morale e al senso civico dei cittadini. Chi possiede delle bombole vuote deve sapere che sono fondamentali per trasportare l’ossigeno a chi fa fatica a respirare e senza i vuoti non è possibile ricaricarne di nuove. Riutilizzarle è l’unico modo per fornire assistenza ai malati di Coronavirus che hanno bisogno di ossigeno a casa. Chi ne possiede una deve segnalarlo compilando questo form http://bit.ly/vuotanonserve. E’ anche possibile contattare le stazioni dei carabinieri più vicini per rendere a qualsiasi fornitore il recipiente ancora vuoto. La Sapio, come tutte le altre aziende che producono ossigeno medicale, da quando è scoppiata l’emergenza è come se fosse al fronte.

La fabbrica di Caponago è in prima linea per estrarre l’ossigeno dall’aria e portalo nei reparti di terapia intensiva, ai malati di Coronavirus. Dall’esplosione della pandemia, sono aumentate del 200% delle domande per rispondere alle richieste di centinaia di ospedali in Italia ma anche in Francia, Germania, Slovenia, Turchia e Spagna. Per darvi un’idea di come stanno le cose, si stima che un paziente normale consumi dai 2 ai 5 litri di gas al minuto, un malato Covid dai 15 ai 16 litri. Dal 24 febbraio è stata una corsa contro il tempo per produrre ossigeno, portare serbatoi nei nuovi reparti di terapia intensiva creati per rispondere all’emergenza sanitaria. Il gruppo Sapio, 550 milioni di euro di fatturato nel 2019 e 1.800 dipendenti, ha rafforzato gli impianti di stoccaggio e distribuzione negli ospedali delle zone più colpite in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, e lo stesso farà al centro sud. Un serbatoio di 20mila litri, grande il doppio di quello esistente, è stato installato nei giorni scorsi all’ospedale di Vimercate. Alla terapia intensiva che sorgerà nell’ex Fiera di Milano ne sono arrivati tre da 10, 20 e 30mila libri. Ed è previsto un quarto serbatoio da 40mila litri.