Monza, gli asili nido a Mattarella: "Rette per sopravvivere"

Sono ben 24 le strutture monzesi private che chiedono aiuto per far fronte ai costi fissi ma i genitori non vogliono pagare per un servizio mancato

L’associazione dei nidi e scuole dell’infanzia privati si appella al Presidente

L’associazione dei nidi e scuole dell’infanzia privati si appella al Presidente

Monza, 4 aprile 2020 - Asili nido: un braccio di ferro tra genitori non intenzionati a pagare il mancato servizio e i gestori che chiedono aiuto per far fronte ai costi fissi. Sono ben 24 i nidi monzesi privati, contro i 7 del Comune di Monza. Sono di varie dimensioni , ma immaginando una media di 25 utenti, servono almeno 600 famiglie. Per questo, mentre i nidi comunali hanno sospeso le rette, Paolo Uniti, direttore di Assonidi, associazione dei nidi e scuole dell’infanzia privati (aderente a Conf Commercio) ha scritto al presidente Mattarella, al premier Conte, ai Ministri e gruppi parlamentari, per chiedere che nella conversione del Decreto Cura Italia venga esteso anche a loro il credito d’imposta sul 60% del canone di locazione. "Sarebbe l’unica possibilità per dare una speranza al settore infanzia - dice il presidente - i Comuni hanno bloccato le rette. Le imprese private contribuiscono al servizio pubblico e in molte zone sono più numerose delle strutture pubbliche. A luglio molti di noi rischiano di dover chiudere".

Per le strutture monzesi racconta la situazione Lidia Cattaccin, titolare del Nido "Marameo" (7 dipendenti per 32 bambini), con sede presso l’istituto Preziosine: "non ci sono regole, i privati non hanno ammortizzatori sociali. Gli oneri del personale sono coperti dalla Cassa Integrazione in deroga. Sul fronte gestore pesa il canone di locazione. Per marzo è stata pagata la retta al 50%. Per aprile emettiamo fattura, ma le famiglie hanno chiesto il rimborso. Non sappiamo che ne sarà di noi tra aprile, maggio e giugno".

Dello stesso avviso il parroco di San Biagio, don Umberto Oltolini (legale rappresentante delle scuole parrocchiali) che scrivendo ai genitori cita l’accordo firmato dall’Associazione Genitori degli istituti dipendenti da autorità religiose per l’accesso agli ammortizzatori sociali, grazie a cui si augura di poter venire incontro alle famiglie. Ma intanto presenta il conto: 300 euro al mese per il nido (retta scontata), riservandosi di rimborsare la parte relativa al corso di acquaticità. Le famiglie possono avvalersi del bonus nido. Sconti di 50 euro al mese anche per gli altri ordini di scuola; a seguire possibili rimborsi grazie agli ammortizzatori sociali. Ma i genitori fanno osservare che la sospensione delle lezioni è dovuta a un’emergenza sanitaria nazionale e quanto al bonus nido, non tutte le famiglie lo percepiscono. Perciò non è diritto della scuola chiedere il pagamento delle rette, seppur con un minimo sconto.